Cronache

Happy hour in carcere, proteste a San Vittore

Un sindacato degli agenti di polizia penitenziaria: "Aperitivi con persone esterne fino a tarda notte"

Happy hour in carcere, proteste a San Vittore

Quegli aperitivi nel giardino della sezione femminile del carcere San Vittore di Milano non sono passati inosservati. E qualcuno ha protestato. L'Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) ha preso carta e penna e ha scritto ai presidenti di Camera e Senato e al ministro della Giustizia, nonché ai responsabili dell'amministrazione penitenziaria, per sottolineare che "la sezione detentiva femminile" del carcere milanese di San Vittore "sarebbe il teatro di periodici happy hour in cui il servizio di catering e la somministrazione di alcolici agli avventori esterni sarebbero effettuati a cura della locale popolazione detenuta femminile". Gli aperitivi-evento si terrebbero, puntualizza il sindacato, "con cadenza anche di due volte alla settimana" fino "a tarda notte" e con "ospiti esterni" e "previa prenotazione".
Sempre secondo l’Osapp "mentre il personale del Corpo in servizio permane in tali luoghi per garantire il regolare svolgimento delle feste in questione", alle detenute sarebbero demandati "il servizio di catering" e la "somministrazione di alcolici". L’Osapp chiede "urgenti chiarimenti" anche in relazione ai "costi e guadagni" di simili appuntamenti. E ci sarebbe anche un problema di sicurezza: la polizia penitenziaria, infatti, è chiamata a rispondere per qualunque cosa possa accadere, dai messaggi o i passaggi di "sostanze". Se non succede niente meglio, ma nel caso in cui qualcuno approfitti della situazione a risponderne, alla fine, sono gli agenti. Anche da questo nasce il malcontento espresso dal sindacato.
Se dal punto di vista amministrativo non ci sono irregolarità, il sindacato si chiede come sia possibile conciliare un'attività del genere con la rieducazione e il reinserimento lavorativo.
Dal Dipartimento di amministrazione penitenziaria il vicecapo Luigi Pagano fa sapere che saranno fatte verifiche sul caso, in particolare sulle "modalità" e sulla "frequenza" degli eventi. Ma tiene anche a precisare che "non c’è niente di strano nell’organizzazione di eventi all’interno delle carceri, quando tutto avviene alla luce del sole".

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