Cronache

"Ho bisogno di soldi per mio figlio malato". Ma è una truffa

I poliziotti del Commissariato di Busto Arsizio hanno denunciato una coppia di “truffatori seriali”

"Ho bisogno di soldi per mio figlio malato". Ma è una truffa

Mio figlio è gravemente malato e ha bisogno di cure. Devo comprargli le medicine ma non ho i soldi”. Con questa scusa, una donna di 31 anni si faceva consegnare denaro da persone mosse da sentimenti solidaristici. A mettere in atto la scena non era da sola: con lei c’era anche un uomo di 47 anni.

Il copione era consolidato. Generalmente la giovane si presentava per prima in un locale pubblico oppure suonava il citofono delle abitazioni private, spesso a notte fonda. Attirata l’attenzione, la donna esponeva il suo triste caso, spiegando come il figlio malato avesse bisogno urgente di farmaci che però lei non poteva acquistare a causa della mancanza di denaro.

Talvolta, quando il raggiro veniva posto in essere in un locale, faceva la sua comparsa anche l’uomo che si fingeva il cognato della giovane il quale aveva il compito di rassicurare la vittima circa l’imminente arrivo del marito della trentunenne e del denaro ricevuto in prestito.

In questo modo la coppia di truffatori “seriali” toccava le corde più emotive delle persone e riusciva a farsi consegnare non solo soldi, ma anche sigarette, caffè e persino “gratta e vinci”.

In base alle descrizioni fornite dai truffati (il duo, comparso in città da qualche giorno, era composto da un uomo alto, longilineo e con capelli grigi curati, una donna bassa, robusta e con capelli scuri spesso raccolti) e alle immagini registrate da alcune telecamere, le volanti del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio si sono messe in cerca dell'uomo e della donna, riuscendo a individuarli e a denunciarli per truffa e insolvenza fraudolenta, reati che comunque, per essere perseguiti, richiedono l’espressa querela della persona offesa.

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