Cronache

I dj inneggiano ai clan mafiosi. La movida camorrista di Napoli

Entrano i "baby boss" e la discoteca si ferma. Poi champagne a fiumi per tutti

I dj inneggiano ai clan mafiosi. La movida camorrista di Napoli

Quarantacinque bottiglie di champagne francese, per almeno tremila euro. Poi una bottiglia regalata a un tavolo vicino. Il tutto mentre il deejay in console ferma la serata, per far tornare a tutta la discoteca che nel privè sono arrivati i figli dei boss della camorra locale, acclamati come fossero le star della serata.

Succede a Napoli, il 2 novembre dello scorso anno, in una discoteca della provincia dove l'arrivo dei giovani mafiosi non passa inosservato. "Attenzione, sono arrivati Troncone, GT, Guiscardo, Verde e iniziano così", urla nel microfono il deejay, in un video pubblicato in esclusiva dal Corriere del Mezzogiorno. Intanto un certo numero di camerieri portano cassette piene di bottiglie di vino costose a "Gt", che sarebbe poi Giuseppe Troncone, figlio del boss di Fuorigrotta.

Il video, pubblicato sui social network e che in poco tempo è stato visto da tutti in zona, è solo l'inizio di una faida di camorra iniziata quando i rivali di Troncone, il gruppo dei Formicola di San Giovanni a Teduccio, l'hanno visto e giurato di vendicarsi di quella dimostrazione di forza (economica).

Il 18 novembre Troncone viene aggredito a bastonate e coltellate ai Baretti di Chiaia, mentre è seduto con amici, al polso un Rolex e con sé una pistola, con cui secondo la Procura ha sparato per uccidere chi lo stava aggredendo, con il risultato di ferire anche due innocenti. Una ricostruzione che lui nega, sostenendo che in quell'occasione non era armato.

E tuttavia per la procura c'è anche la finalità mafiosa di cui tenere conto, e una rivalità tra clan dovuta allo scontro per gestire le attività illecite nella ricca Chiaia.

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