Politica

I dossier su Salvini

Per il Fatto e Travaglio avremmo in canna dossier scottanti sul leader della Lega. Per loro pescare nel torbido è l'unico modo di far giornalismo

I dossier su Salvini

Chi di voi bazzica i dibattiti televisivi o consulta i siti web sarà incappato in questi giorni nella presunta notizia che Silvio Berlusconi terrebbe prigioniero Matteo Salvini e che noi del Giornale avremmo in canna dossier scottanti sul leader della Lega, pronti a spararli alla bisogna.

A sostenere questa tesi sono colleghi, soprattutto del Fatto Quotidiano, che su dossier veri e presunti (pensiamo a quello patacca con la falsa intercettazione per incastrare papà Renzi) hanno fatto la loro fortuna e sono quindi convinti che pescare nel torbido sia l'unico modo possibile di fare giornalismo. Sono arrivati, questi signori, a sostenere pure che la fotografia pubblicata mesi fa da Chi della compagna di Salvini, Elisa Isoardi, in compagnia di un amico a Ibiza sia stato un avvertimento del Cavaliere al leader della Lega. Se così fosse - e ovviamente non è - anche io sarei stato nel mirino di Berlusconi perché in un paio di occasioni quel diavolo di un Alfonso Signorini, direttore di Chi e indiscusso re del gossip, mi ha creato non pochi grattacapi personali pubblicando foto che avrei preferito mai vedere.

In quanto a noi, ho rivoltato i cassetti dell'ufficio e la credenza di casa e ho chiesto ai miei colleghi di fare altrettanto ma niente, non ho trovato traccia di dossier imbarazzanti su Matteo Salvini. E per quello che lo conosco credo sia difficile, anzi impossibile, costruirne uno, anche mettendosi di buona lena. Ma non ci arrendiamo. Proveremo a interrogare i gestori delle pizzerie che frequenta, la tata dei suoi adorati figli e il suo fornitore di cravatte, che a occhio non deve essere uno raccomandabile, e vi terremo informati in caso di sviluppi clamorosi. Di più non posso promettere. Anzi no, prometto che se Salvini venderà, come in queste ore pare possibile, se stesso e i nostri voti a Di Maio, rinnegando l'impegno preso in campagna elettorale di fare il leader del centrodestra, non avrà il nostro irrilevante appoggio.

Di più. Lo marcheremo a uomo e ci impegneremo a non fargliene passare una delle tante che sarà costretto a combinare per stare appresso al premier Di Maio. Non è una minaccia, è che da oltre quarant'anni siamo qui per informare e dire liberamente la nostra. Non smetteremo certo ora.

Commenti