Politica

I fatti dopo le truffe

Per recuperare affidabilità non basta un'intervista al Corriere o cospargersi il capo di cenere per il «rigore sbagliato» al referendum

I fatti dopo le truffe

Ci siamo, è iniziata la partita a scacchi tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi per portare il Paese alle urne con reciproca soddisfazione, ma soprattutto con una possibilità di uscire dal caos politico e istituzionale in cui ci hanno infilato Napolitano prima e lo stesso Renzi poi. Ieri, forse non a caso, Renzi e Berlusconi hanno affidato contemporaneamente alcuni pizzini a due quotidiani, il primo al Corriere, il secondo a Repubblica. Renzi apre a una piena riabilitazione del rivale, non escludendo la possibilità di governare insieme se il risultato elettorale non permettesse alternative migliori. Berlusconi spazza il campo dall'equivoco di fondo che potrebbe impedire qualsiasi dialogo con il giovane ex premier e dice: «Matteo Salvini non sarà mai il candidato leader di tutto il centrodestra».

Tutto ciò vuole dire che il lavoro sotto traccia dei rispettivi ambasciatori sta dando qualche frutto, ma è presto per trarre conclusioni che sarebbero affrettate e addirittura pericolose. L'impressione è che - più che tra di loro - i due stiano parlando ai rispettivi alleati e soci che scalpitano per defenestrarli. Come dire: non illudetevi, cari D'Alema e Bersani da una parte e Salvini e Meloni dall'altra. Se mettete in atto scissioni, se tentate fughe in avanti, se insomma ci ricattate, noi due - Berlusconi e Renzi - possiamo vanificare la vostra ambizione e rimanere comunque in sella.

C'è da fidarsi di Renzi? Di quello sbruffone che abbiamo conosciuto in questi anni direi di no e ne abbiamo avuto ampie conferme. Della sua seconda vita, figlia di una batosta, ancora sappiamo troppo poco. Vediamo come saprà districarsi nella giungla del Pd, partito a cui probabilmente oggi rassegnerà le dimissioni da segretario. Per recuperare affidabilità non basta un'intervista al Corriere o cospargersi il capo di cenere per il «rigore sbagliato» al referendum. Servono fatti, e i primi banchi di prova saranno la nuova legge elettorale e la data delle elezioni. Per quello che so - poco - ad Arcore non hanno fretta. Ma sicuramente non hanno nessuna intenzione di firmare una cambiale in bianco come al tempo del Nazareno.

Berlusconi è già difficile gabbarlo una volta, due è praticamente impossibile.

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