Cronache

"Per i migranti le coop cercano stabili non adatti neppure agli animali"

La denuncia di un agente immobiliare: "Prima chiedevano strutture in buono stato. Poi mi ha fatto capire che andavano bene anche immobili abbandonati"

"Per i migranti le coop cercano stabili non adatti neppure agli animali"

Cercasi case, appartamenti, capannoni, hotel per piazzare immigrati. Il gioco è sempre lo stesso: più aumentano gli sbarchi, maggiori sono le richieste da parte di cooperative alle agenzie immobiliari per trovare stabili in cui stipare immigrati.

Come spiegato da Giuseppe De Lorenzo nell'inchiesta sul"business dell'immigrazione" (leggi), i migranti da tempo sono diventati l'oro delle Srl. Ci sono costruttori e palazzinari che si sono convertiti dal calcestruzzo all'accoglienza. Alcuni partecipano direttamente ai bandi della prefettura, altri si limitano ad affittare gli stabili alle cooperative. A raccontare una nuova sfaccettatura di questo business è la Provincia di Varese, che ha intervistato un agente immobiliare che ha ricevuto una offerta da una cooperativa.

"Personalmente, per scelta deontologica, non sono interessata a questo tipo di affari, ma ho comunque voluto approfondire il discorso per una curiosità mia - spiega - Si è presentata questa persona, che non conosco che mi ha chiesto 500 metri quadrati in affitto per ospitare fino a 70 persone. Un immobile con qualsiasi tipo di destinazione, anche ad uffici, albergo o residenziale. All’inizio si parlava di uno stabile in buono stato, poi però mi ha fatto capire che andavano bene anche immobili abbandonati, che chiaramente non possono essere in buono stato. Del resto ho sentito colleghi a cui hanno chiesto espressamente “capannoni fatiscenti”, di quelli dove non si ospitano nemmeno gli animali".

Molti agenti immobiliari fiutano l'affare. In tempo di crisi, in fondo, le cooperative garantiscono un introito con alle spalle i pagamenti della Prefettura. Ovvero dello Stato. "Mi ha detto che per il pagamento poteva arrivare senza problemi sulle 1500-2000 euro al mese, mentre se la richiesta fosse più alta se ne poteva parlare - spiega l'imprenditore - Mi ha girato l’elenco della Prefettura con i Comuni, almeno una sessantina, dove cercano. Mi parla di 70 persone e poi trovo dentro Crosio della Valle, piuttosto che Galliate Lombardo, Inarzo, Duno e Tronzano sul Lago Maggiore. Segno che stanno proprio rastrellando senza un progetto". Il prezzo offerto dalle cooperative, spiega l'agente immobiliare, può fare gola a molti perché se "pensiamo a certe corti abbandonate che ormai “tirano dietro” a 500 euro al metro quadro perché nessuno riesce a venderle, se qualcuno con un po’ di pelo sullo stomaco riesce a piazzarne una così ha fatto l’affare dell’anno".

Un unico problema, non secondario. Quando in un quartiere arrivano i migranti, il prezzo delle case crolla irrimediabilmente. E così chi ha comprato una casa con i risparmi di una vita si vede "prevaricato" da chi si accontenta di fare un affare "facile". "Chi lavora nel mio settore sa bene che vicino a queste situazioni di accoglienza non si affitta e non si vende più - conclude l'agente immobiliare alla Provincia di Varese -.

Il razzismo si genera così, perché una famiglia deve fare i conti con il suo mutuo e con le sue esigenze e non può essere messa in crisi perché qualcuno ha pensato di fare l’affarone sulle spalle della collettività".

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