Cronache

I profughi in arrivo sono il triplo In Brianza è il caos

Appello dal Comune di Agrate al ministro. Ma la città è già al lavoro per dare una risposta all'emergenza

Cresce l'emergenza profughi in Brianza, dove nel sito di accoglienza di Agrate (Monza), le presenze previste sono più che raddoppiate, con gli amministratori locali e le associazioni lasciate sole a fare i conti con la vera emergenza. Il sindaco di Agrate, Ezio Colombo, lancia un appello al governo perché dia maggiori poteri alle prefetture e si cambi «passo» nell'affrontare e gestire l'accoglienza.

Agrate Brianza, un comune di circa 15mila abitanti, da qualche settimana è «solo» a gestire l'arrivo di oltre 120 profughi, provenienti da Gambia, Bangladesh e Senegal, quando la prefettura di Monza aveva predisposto l'ospitalità per massimo 40 richiedenti asilo.

Immediata è scattata la rete della solidarietà, con le associazioni impegnate 24 ore su 24. Come la parrocchia. Il sindaco però, non ci sta. Chiede che il governo intervenga, che venga lasciato più potere alle Prefetture. «Il 14 luglio il Prefetto ci ha comunicato l'apertura del sito di accoglienza, il terzo in Brianza, che poi si è concentrato tra la casa cantoniera e una tendopoli allestita per l'occasione - spiega Colombo, sindaco di centro sinistra - con una previsione di 40 presenze a rotazione per quei profughi appena arrivati e in attesa di destinazione». Ad oggi però, le presenze sono salite a oltre 120. «Siamo per l'accoglienza ma nell'emergenza lo Stato ci deve essere - continua il sindaco -. Il Governo deve intervenire e dare maggiori poteri ai prefetti che si incarichino di decidere chi deve fare cosa e respingano chi non rientra nello status di richiente asilo o profugo. Inoltre è fondamentale una pervicace comunicazione ai cittadini, che ancora oggi non conoscono la differenza tra rifugiato e clandestino. Se lo Stato non ha potere sugli amministratori con la giusta collaborazione, si lasciano i territori a gestire soli l'emergenza che non può essere affrontata basandosi sul buon cuore».

Il sindaco ogni giorno telefona in prefettura per avere notizie sul destino dei migranti e ha scritto una lettera al ministro Alfano per avere accesso al sito insieme a tutto il suo consiglio comunale. «Ci hanno detto che presto avrebbe aperto un altro sito in Brianza ma ancora non abbiamo notizie, così come non ne abbiamo sulla durata della permanenza dei profughi qui. Non riescono a risolvere i problemi a Calais, figuriamoci noi. Vanno valutate anche politiche in materia di sicurezza, senza facilonerie, ci vuole un cambio di passo».

Dalla Prefettura di Monza l'impegno a risolvere la situazione c'è, ma pare che a livello governativo nulla si stia muovendo. «Il sindaco di Agrate è stato disponibile, così come la cittadinanza – spiega il viceprefetto di Monza Diego Dalla Verde -. Stiamo cercando di risolvere il più velocemente possibile questa emergenza, anche perché abbiamo sempre puntato sulla distribuzione di poche persone in comuni diversi. Il maggior potere ai prefetti di cui parla il sindaco, si riferisce al provvedimento straordinario preso durante la gestione Maroni per l'emergenza Africa, quando l'emendamento in materia di protezione civile decretò alle prefetture poteri straordinari. Ad oggi non abbiamo spiragli in questo senso, perciò dobbiamo continuare a lavorare con poteri ordinari». E l'estate non aiuterà. «Bisogna considerare che in estate si raggiungono i picchi massimi di sbarchi, ed è per questo che su Agrate le presenze sono salite così tanto – conclude -. È difficile anche trovare i giusti interlocutori per avere collocazioni diverse».

A tanto ammonta invece il numero dei nuovi immigrati in arrivo, provenienti da Gambia, Bangladesh e Senegal.

È il totale degli abitanti di Agrate Brianza che ora si sta mobilitando per accogliere i nuovi venuti da Asia e Africa.

Questo il numero di profughi attesi ad Agrate Brianza secondo le previsioni della vigilia in rapporto alla ricettività.

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