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Ignoranti e ignorati

Salvini vuole fare con l'arbitro-Europa la stessa cosa che rimprovera a Higuain, senza tener conto che, se il programma economico di questo governo non sta in piedi da qualsiasi parte lo si giri, la colpa non è di Bruxelles ma di Roma

Ignoranti e ignorati

«Se uno, ben pagato per controllarsi, va mento a mento contro l'arbitro è ovvio che subisca delle conseguenze e paghi duramente per il suo errore». Quando ieri ho sentito Matteo Salvini pronunciare questa frase ho pensato che, in extremis, il vicepremier si fosse ravveduto rispetto all'idea di portare l'Italia allo scontro «mento a mento» con l'Europa sui conti pubblici. Invece non parlava di sé. Il ministro dell'Interno si riferiva alla squalifica di Higuain, l'attaccante del Milan assalito domenica sera da una crisi di nervi durante l'incontro con la Juventus.

Peccato. Avrei preferito la prima ipotesi, perché Salvini è - come Higuain - un campione pagato per controllarsi nell'interesse della squadra che rappresenta (l'Italia), non un giocatore qualsiasi che può lasciarsi andare al classico fallo di frustrazione che trascina nei guai club e tifosi.

Salvini, quindi, vuole fare con l'arbitro-Europa la stessa cosa che rimprovera a Higuain, senza tener conto che, se il programma economico di questo governo non sta in piedi da qualsiasi parte lo si giri, la colpa non è di Bruxelles ma di Roma. E senza pensare che mandare tutti a quel paese a prescindere produce solo fallimenti. Come quello andato in scena ieri a Palermo, dove il nostro governo aveva convocato i capi di Stato e di governo di mezza Europa in cerca di un accordo per riportare la pace in Libia. Quello libico ha fatto la foto di rito e se ne è andato, quello turco ha abbandonato sconsolato poco dopo e, quindi, addio vertice.

Uno potrebbe dire: cosa c'entra la manovra finanziaria con la mediazione per riportare la pace in Libia? C'entra che, non appena mettiamo un piede fuori dal nostro orticello, l'Italia gialloverde prende solo ceffoni e rimedia figuracce. Non c'è solo incapacità, mancano autorevolezza e affidabilità. Stiamo diventando un Paese barzelletta. L'ultima l'ha raccontata la ministra per il Sud Barbara Lezzi, che ha detto di voler «informare i cittadini a 370 gradi», inventando un angolo che non esiste in natura né in laboratorio. La signora è al fianco di chi vorrebbe chiudere molti giornali, compreso questo, perché fatti da «prostitute» al servizio dell'anti-grillismo. Ma come pensa questa gente di superare l'esame dell'Unione europea, così come quello di un vertice internazionale, se non passerebbe neppure quello di quinta elementare? Prima del conflitto di interessi, risolvano quello della loro ignoranza e poi ne riparliamo.

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