Cronache

Ilva, a giudizio pure Vendola

L'ex governatore accusato di concussione aggravata in concorso coi Riva. Lui si difende: "Ho la coscienza pulita"

Ilva, a giudizio pure Vendola

Anche Nichi Vendola finisce tra gli imputati rinviati a giudizio per il presunto disastro ambientale dell’Ilva per cui sono accusate 44 persone e 3 società.

L’ex presidente della Regione Puglia è accusato di concussione aggravata in concorso con Girolamo Archinnà, Fabio Riva, Luigi Capogrosso e Francesco Perli: avrebbe esercitato pressioni sul direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, perché l'agenzia regionale per la protezione ambientale "ammorbidisse" la propria posizione sulle emissioni nocive prodotte dall’acciaieria. Così facendo, però, Vendola avrebbe permesso all'azienda di continuare a produrre senza ridurre le emissioni inquinanti, come invece suggerito dall’Arpa in una nota del 21 giugno 2010 stilata dopo una campionatura che aveva rilevato picchi di benzoapirene.

"Sarei insincero se dicessi, come si usa fare in queste circostanze, che sono sereno", ha detto Vendola, "Sento come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un’accusa che cancella la verità storica dei fatti: quella verità è scritta in migliaia di atti, di documenti, di fatti. Io ho rappresentato la prima e l’unica classe dirigente che ha sfidato l’onnipotenza dell’Ilva e che ha prodotto leggi regionali all’avanguardia per il contrasto dell’inquinamento ambientale a Taranto. Io ho rappresentato, in un territorio colonizzato dai Riva, la politica che non ha preso soldi e non si è piegata. Io ho rappresentato la prima e unica istituzione che ha posto sotto monitoraggio i camini del grande siderurgico e che, con la produzione dei dati dell’inquinamento, ha consentito alla magistratura di procedere nei confronti dell’Ilva: la quale ha inquinato anche nei cinquant’anni precedenti al mio governo, senza che alcuna autorità se ne occupasse. L’unica mia colpa è di aver cercato di costruire un doveroso equilibrio tra diritto alla salute e diritto al lavoro: ma non credo che questo sia un reato. Mi aspettavo che l’inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio proscioglimento già a conclusione dell’udienza preliminare. Per chi come me crede nei valori della giustizia e della legalità oggi è un giorno di delusione e di amarezza. Ma vado a processo con la coscienza pulita di chi sa di aver sempre operato per il bene comune.

Come sempre mi difenderò nel processo e non dal processo. Nel contempo non posso non esprimere viva soddisfazione per la piena assoluzione dell’ex Assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, che rispondeva di un’accusa che offendeva la sua storia di uomo e di magistrato"

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