Cronache

Imprese, commercianti e artigiani non vedono segni di ripresa e chiedono interventi al governo

RomaArtigiani e commercianti, industriali, costruttori e architetti, tutti ancora tartassati dal fisco e alle prese con una troppo piccola ripresa dalla crisi. Sono tante le categorie che chiedono di più al governo Renzi, insoddisfatte per molte promesse ma pochi risultati.

E in vista della prossima legge di Stabilità di metà ottobre le associazioni presentano le loro richieste. Nel coro generale dei peana i mugugni rimangono nelle segrete stanze, perché si teme di irritare Re Matteo e di non ottenere quello che conta di più, il taglio delle tasse. Per gli imprenditori, soprattutto piccoli, ma anche i liberi professionisti, a partire dal popolo delle partite Iva, ridurre la pressione fiscale è la priorità, con la semplificazione burocratica.

Confindustria chiede un forte credito di imposta sugli investimenti, oltre alla proroga dei bonus sui neoassunti, previsto solo al Sud. Ma servono risorse che non sembrano disponibili, perché tutto è stato investito su Tasi e sminamento delle clausole di salvaguardia.

I costruttori sono soddisfatti per il taglio della Tasi, ma vorrebbero ulteriori interventi per agevolare l'acquisto di case ad alta efficienza energetica. «Non costerebbero nulla all'erario - spiega il presidente dell'Ance, Claudio De Albertis - ma nell'arco di 5 anni potrebbero segnare una svolta nell'edilizia, con ricadute su Pil, occupazione e consumi». Insieme a Confindustria l'Ance ha proposto misure «urgenti», dalla detassazione per chi acquista case nuove in classe A e B alla conferma del bonus del 65 per cento per la riqualificazione energetica, dalla deducibilità dell'Imu sugli immobili strumentali delle imprese e l'abolizione delle tasse sugli immobili invenduti all'eliminazione dell'Imu sugli imbullonati. «Abbiamo bisogno di una scintilla», dice De Albertis.

Confcommercio vorrebbe un'anticipazione del taglio dell'Ires e dell'Irap, ma il governo deve trovare i soldi. Il presidente Carlo Sangalli fa pressione su Renzi perché aggredisca la spesa improduttiva e tagli l'Ires già nel 2016. Chiede che, con l'eliminazione dell'Imu sulla prima casa, si riducano le tasse sugli immobili produttivi che hanno raggiunto i 9,8 miliardi.

Alle cooperative e ad altre associazioni piace la staffetta generazionale, che facilita i prepensionamenti, ma si preme per una flessibilità in uscita dal lavoro, che costa almeno 8 miliardi. Richiesta che difficilmente sarà accolta, ma le coop sono caute perché temono che il premier tolga le agevolazioni fiscali sugli utili portati a riserva. Il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti insiste sulla rivisitazione della local tax, «valvola di sfogo dei tagli agli enti locali negli ultimi anni» e considera essenziale che i tagli alla spesa pubblica non ricadano sul sistema produttivo, come per l'intervento da 400 milioni sulle accise che potrebbe pesare sugli incentivi all'autotrasporto.

Dice Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti: «Un idraulico viene trattato meglio di un architetto dal punto di vista fiscale, quanto a start up e voucher informatico. Le partite Iva vorrebbero solo gli stessi aiuti degli altri». E non mancano i medici. Gabriele Pelissero, presidente dell'Associazione ospedalità privata chiede al governo di mantenere l'impegno per l'incremento del fondo sanitario del 2016.

È il valore raggiunto dalle imposte sugli immobili produttivi secondo Confartigianato

L'anno in cui il premier Renzi ha promesso la riduzione dell'Ires; nel 2018 gli interventi sull'Irpef

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