Cronache

Inchiesta su metanizzazione: tra gli indagati spunta Diana. Altra grana giudiziaria nel Pd

Al centro delle indagini un presunto patto tra Cpl Concordia e i Casalesi per la metanizzazione in vari comuni del Casertano

Inchiesta su metanizzazione: tra gli indagati spunta Diana. Altra grana giudiziaria nel Pd

Un nuovo terremoto giudiziario scuote Napoli. Otto misure cautelari sono state eseguite questa mattina dai cabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico). Al centro dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea un presunto patto tra Cpl Concordia e clan dei Casalesi per la metanizzazione in vari comuni del Casertano. Tra gli indagati figura anche l’icona anticamorra Lorenzo Diana: deputato dei Democratici di Sinistra dal 1994, componente delle Commissioni Lavori Pubblici ed Antimafia; nel 1996 eletto al Senato, è diventato Segretario della Commissione antimafia; nel 2001 è stato rieletto alla Camera con l'Ulivo.

Diana è amico di Roberto Saviano: lo scrittore lo ha descritto come un eroe della lotta alle mafie nel libro "Gomorra".

La procura lo accusa di concorso esterno in associazione camorristica, corruzione (già prescritta) e abuso d’ufficio in due distinte ordinanze. Solo in una di queste il gip ha disposto per lui una misura cautelare lieve, il divieto di dimora in Campania. "Non ho letto ancora il provvedimento e cosa mi si addebita. Mi sembra di essere tra un sogno e Scherzi a parte", ha commentato a caldo l'ex senatore.

In manette sono finiti ex dirigenti della coop rossa modenese. Tra loro l’ex presidente Roberto Casari, già arrestato nell’inchiesta sulla metanizzazione di Ischia, ma pure subappaltatori e imprenditori della metanizzazione compiuta nei comuni tra Casal di Principe, Casapesenna e limitrofi, il bacino Caserta 30.

Diana, attuale presidente del Centro Agroalimentare di Volla-Napoli (Caan), voluto dal sindaco Luigi de Magistris, è bene sottolinearlo, non è tra gli arrestati. I magistrati titolari delle indagini, i pm Cesare Sirignano, Catello Maresca e Maurizio Giordano, e il collega della Direzione nazionale antimafia Francesco Curcio ritengono però che abbia avuto un ruolo attivo nel patto tra l’impresa e la camorra. Era "consapevole - secondo la procura - dell'esistenza dell'accordo per l'affidamento diretto" dei lavori di metanizzazione nel Bacino Campania 30 "ad imprese riconducibili al clan dei Casalesi e, quindi, di particolare vantaggio per lo stesso sodalizio mafioso".

Secondo gli investigatori, Diana avrebbe svolto un"ruolo di assoluto rilievo" nella vicenda relativa alle opere di metanizzazione nei comuni del Casertano rientranti nel Bacino 30. All'epoca dei fatti senatore e consigliere comunale di San Cipriano d'Aversa, avrebbe svolto il ruolo di "facilitatore della realizzazione delle opere nel Bacino", un ruolo tradottosi in "intervento diretto sulla Prefettura di Caserta per quei Comuni compresi nel Bacino e all'epoca sottoposti a commissariamento per infiltrazioni mafiose per ottenere le delibere di approvazione della concessione e dei progetti presentati dalla Cpl, nei tempi previsti per accedere ai finanziamenti pubblici in favore della cooperativa modenese".

In particolare, per quanto riguarda il comune di San Cipriano d'Aversa, i lavori sarebbero stati affidati su indicazione dell'allora sindaco Angelo Raffaele Reccia e di Lorenzo Diana "a una società i cui titolari, già politicamente impegnati a livello locale, risultavano legati da vincoli parentali con Reccia", con la finalità per i due politici "di garantirsi il loro appoggio nelle competizioni elettorali e, per l'imprenditore, il vantaggio economico derivante dalla realizzazione dei lavori per un corrispettivo di circa 1 milione di euro".

Infine, nel periodo tra il 2006 e il 2007, il figlio di Diana sarebbe stato assunto dalla Cpl Concordia "con compiti non meglio precisati".

E il politico avrebbe ottenuto un rafforzamento della sua influenza sul territorio.

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