Cronache

Inchiesta toghe lucane, condannato l'ex sostituto procuratore generale Bonomi

Il Tribunale di Catanzaro non riconosce l'associazione segreta e quella per delinquere, assolti altri due magistrati. Prescritto il reato di calunnia per il dossier contro Woodcock

Inchiesta toghe lucane, condannato l'ex sostituto procuratore generale Bonomi

Nessuna associazione segreta coinvolgeva magistrati della procura di Potenza, ma per uno di loro, l'ex sostituto procuratore generale Gaetano Bonomi, il processo denominato "Toghe lucane bis", svoltosi al tribunale di Catanzaro competente per territorio, si è concluso con una condanna a venti mesi di reclusione (pena sospesa). Bonomi è stato riconosciuto colpevole del reato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio insieme all'imprenditore Ugo Antonio Barchiesi (condannato a un anno e 4 mesi, pena sospesa).

Il Tribunale calabrese ha riconosciuto l'impianto accusatorio secondo il quale l'ex sostituto procuratore Bonomi avrebbe favorito Barchiesi in alcuni procedimenti penali in cui l'imprenditore era parte offesa, ricevendo in cambio un interessamento dello stesso Barchiesi presso politici di sua conoscenza per la pratica di collocamento fuori ruolo di Bonomi, l'inserimento dello stesso magistrato in una commissione di concorso e una vacanza gratis in Austria, come si legge su "La Gazzetta del Mezzogiorno".

Bonomi è stato assolto dalle accuse di associazione segreta e associazione a delinquere insieme ad altri tre imputati del processo che ha visto alla sbarra, per altri reati, dai quali sono stati assolti, anche altri due magistrati lucani: l'ex sostituto procuratore generale di Potenza Modestino Roca e il pubblico ministero Claudia De Luca. Sei in complesso le assoluzioni.

Prescritto, invece, il reato di calunnia (dal quale è stato assolto l'ex sostituto procuratore generale di Potenza Bonomi) nei confronti dell'ex agente del Sisde Nicola Cervone e dell'ispettore di polizia Leonardo Campagna ritenuti dall'accusa, rispettivamente, l'autore e il mittente di quell'esposto anonimo a firma "Sicofante" nel quale si gettava una cattiva luce sull'operato del Pm Henry John Woodcock e sull'ispettore capo di polizia Pasquale di Tolla.

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