Cronache

Incidente, rom arrestato confessa. ​Indagato anche il padre

"Ero io alla guida dell'auto". Il 17enne ha ammesso le sue responsabilità davanti al gip che ha convalidato il fermo. Intanto anche suo padre è finito nel registro degli indagati

Incidente, rom arrestato confessa. ​Indagato anche il padre

È finito nel registro degli indagati per concorso in omicidio Batho H., il padre dei due ragazzi di etnia rom fermati per l’incidente avvenuto il 27 maggio a Roma, quando un’auto ha travolto 9 persone uccidendo la 44enne filippina Corazon Abordo.

Gli investigatori, coordinati dalla Procura capitolina, sono al lavoro per cercare di chiarire se anche l’uomo fosse sull’auto quella notte.

Il genitore dei due giovani in un primo momento si era addossato ogni responsabilità, e aveva dichiarato di essere lui il conducente della macchina. Ma la sua versione non ha convinto gli inquirenti che hanno continuato ad indagare.

Intanto l’avvocato Antonio Gugliotta, che difende il 17enne, ha dichiarato che il ragazzo ha confessato e “il gip ha convalidato il fermo e ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere”. Il legale ha spiegato che il suo assistito ha risposto alle domande, e che le sue dichiarazioni collimano perfettamente con quelle del padre e ha detto che “erano in quattro sulla macchina”. Ha dichiarato che guidava lui, accanto c'era il padre e dietro c’erano il fratello e la sua convivente.

Il difensore ha anche sottolineato che la macchina era del minorenne che “l’aveva comprata dieci giorni prima per 700 euro, era un catorcio non poteva andare a 180 km/h. Gli avevano già sequestrato un altro veicolo e forse temeva che gli sequestrassero anche questo”.

“Non ha saputo fornire una spiegazione logica al suo comportamento. Ha sempre detto di essere impaurito e forse di aver toccato l’acceleratore invece del freno, questo non è chiaro faremo una perizia. Ha raccontato che il fratello da dietro lo strattonava dicendogli di fermarsi, che gli gridava disgraziato, anzi bastardo e che si voleva buttare dalla macchina”, ha concluso l’avvocato.

Poco dopo l’incidente era stata fermata un ragazza di 17 anni del campo nomadi della Monachina. Nei suoi confronti gli inquirenti avevano ipotizzato il reato di concorso in omicidio volontario, visto che non guidava il mezzo. Le indagini poi, avevano puntato sulla coppia di ragazzi. Di due giorni fa il fermo dei due fratelli.

Le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciarli anche grazie alla madre che ha rivelato alla polizia dove si trovavano.

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