Cronache

In Italia avere una laurea non serve a trovare lavoro

Emerge dal rapporto "Education at a Glance" che racconta un'altra peculiarità italiana: gli studenti non lavorano mentre frequentano l’università

In Italia avere una laurea non serve a trovare lavoro

Quanto è comune la frase: “Studia, figlio mio, studia”. Eppure, purtroppo, in Italia avere una laurea in tasca non sembra servire a molto. Mentre in Europa, conseguire un titolo di studio equivale a lavorare. Un triste "paradigma" che emerge dal rapporto intermedio Ocse Education at a Glance, presentato lunedì scorso a Londra. E l’Italia non ci fa certo una bella figura. Infatti, il 16% dei ragazzi che scelgono di frequentare un ateneo dopo il diploma di scuola secondaria superiore arrivando fino alla laurea, restano disoccupati. Un dato impressionante rispetto alla media europea del 5,3%. Il tutto accompagnato da un tasso di disoccupazione alto tra i giovani adulti (25-34 anni) con istruzione post secondaria.

Ma non basta. Il nostro Paese insieme a Messico, Portogallo, Spagna e Turchia è tra i cinque paesi Ocse con la più alta percentuale di persone con qualifiche basse sia tra gli adulti (55-64 anni) sia tra i giovani (25-34 anni). Inoltre nel nostro Paese la quota di ragazzi privi di istruzione secondaria di secondo grado è al di sotto del 30% ma resta una magra consolazione visto che con Grecia, Spagna e Turchia deteniamo il primato dei “neet”, ragazzi tra i 25 e i 29 anni che non lavorano e non studiano.

Andreas Schleicher, coordinatore per l’Ocse del programma Pisa ha ammesso che l’Italia "ha fatto molti e significativi miglioramenti negli ultimi dieci anni ma quando si guarda all’educazione dopo la scuola il legame con il mondo del lavoro è debole e l’università è distante dall’ambito professionale." I dati dell’Ocse raccontano un’altra peculiarità degli studenti italiani: i nostri studenti non lavorano mentre frequentano l’Università. In altri Stati per i ragazzi è considerato normale fare entrambi, magari per ottenere maggiore autonomia o per inserirsi nel mondo lavorativo prima ancora di arrivare all’agognata meta.

Da noi solo il 5% degli studenti lavora meno di dieci ore settimanali a differenza di Canada, Stati Uniti ed Islanda dove arrivano anche a 34 ore alla settimana.

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