Cronache

Italiano sparito a Istanbul: "Mio figlio ucciso con un colpo alla testa"

Parla il padre di Alessandro Fiori, il manager scomparso in Turchia a marzo e ritrovato morto in acqua

Italiano sparito a Istanbul: "Mio figlio ucciso con un colpo alla testa"

Era arrivato a Istanbul lo scorso 12 marzo, dopo una partenza improvvisa da casa. Sembrava dovesse incontrare una ragazza americana, conosciuta a una festa qualche giorno prima. Poi, improvvisamente, era scomparso nel nulla: il cellulare suonava a vuoto e il padre e lo zio di Alessandro Fiori erano partiti per la città che si affaccia sul Bosforo, per avere sue notizie.

Si erano ricolti al "Chi l'ha visto" turco, oltre che alle forze dell'ordine e alla Farnesina, che aveva avviato le indagini, condotte da Europol e Interpol. Ma niente. Poi, il 29 marzo, il tragico epilogo: il corpo di Alessandro era stato ritrovato nelle acque che passano dal quartiere centrale di Sarayburnu.

Una vicenda misteriosa, che lascia molti punti oscuri, che le indagini non hanno saputo chiarire. Ci ha pensato il padre di Alessandro, Eligio Fiori, ha fare giustizia per quel figlio che se n'è andato, insieme alla speranza che potesse esserci un lieto fine per tutta la vicenda. Ed è proprio Eligio a rendere noto che"mio figlio non è annegato, l’hanno ucciso con una sprangata. Lo dice l’autopsia".

L'esame era stato eseguito il giorno dopo il ritrovamento, il 30 marzo, e i risultati erano stati depositati in procura il 30 maggio, ma senza che alla famiglia venissero comunicati i dati, né che venisse aperta un'inchiesta. È stato l'avvocato a trovare per caso il referto e a chiedere che ne venisse spedita una copia alla famiglia. I risultati dicono che "vengono escluse cause naturali della morte e si riscontra la mancanza di acqua nei polmoni". Ciò "significa che Alessandro è deceduto fuori dall'acqua e che è stato gettato in mare". Infatti, Fiori "non è morto annegato, ma per un forte colpo in testa, sferrato con una sbarra. Ci sono pezzi di osso cranico nella dura madre, a indicare la violenza del colpo sferrato". Ma c'è di più. Secondo quanto riporta il Giorno, il padre sostiene che "per gettarlo nel Bosforo ci saranno volute almeno due persone", dato che Alessandro pesava 95 chili.

Ora l'avvocato della famiglia ha contattato il consolato italiano, affinché segua la faccenda, denunciando l'inefficienza delle autorità turche che "non hanno fatto nulla per cercare Alessandro quando era ancora vivo e si sono comportati allo stesso modo con lui morto".

Infatti, secondo le dichiarazioni di Eligio al Corriere della Sera, "gli investigatori turchi hanno tenuto nascosti i risultati degli esami autoptici perché danno fastidio e smentiscono ciò che hanno provato a far credere parlando prima di suicidio, poi di infarto".

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