Cronache

Ivrea, maxi rissa in carcere: 25 detenuti coinvolti, feriti agenti

Le due fazioni, una composta da italiani e l'altra da nordafricani, si sono affrontate nel primo piano della casa circondariale, utilizzando bastoni di legno, sgabelli e manici di scopa. Fino a 15 giorni di prognosi per gli agenti coinvolti nel tentativo di sedare la rissa

Ivrea, maxi rissa in carcere: 25 detenuti coinvolti, feriti agenti

Durante la mattinata di ieri il carcere di Ivrea è stato teatro di una maxi rissa tra detenuti.

Almeno 25 i partecipanti alla violenta colluttazione, che ha visto coinvolte nello scontro due fazioni, una composta da nordafricani, l'altra da italiani.

Nel violento confronto, i detenuti hanno utilizzato come armi dei bastoni di legno, degli sgabelli e dei manici di scopa, dando vita ad una vera e propria battaglia che gli agenti di servizio nella casa circondariale hanno faticato a sedare. In quegli attimi concitati numerosi poliziotti sono infatti rimasti coinvolti nella rissa, nel difficile tentativo di placare i facinorosi. Trasportati in ospedale per essere medicati a causa delle ferite, sono stati loro attribuiti fino a 15 giorni di prognosi.

Numerosi detenuti coinvolti nello scontro hanno riportato lividi, tagli e contusioni di varia entità, ma per le proporzioni della colluttazione le cose sarebbero potute andare decisamente peggio.

È l'Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria (Osapp) a lanciare ancora una volta l'allarme per le precarie condizioni di sicurezza nelle carceri italiane e per i rischi in cui si trovano ad operare gli agenti.

"La situazione nel carcere di Ivrea è incandescente, aggravata dalla notevole carenza di organico sia del ruolo ispettori che del ruolo agenti e per converso da un sovraffollamento della popolazione detenuta che non finisce di aggravarsi.", lamenta il segretario generale Leo Beneduci, come riportato da "TorinoToday". "In tali condizioni solo il costante sacrificio da parte dei poliziotti penitenziari, tra l’altro non indenni da danni alla propria incolumità fisica, riesce a volte, come nella situazione di ieri, a porre un qualche rimedio alle precarie e pericolose condizioni che di volta in volta si verificano.

Ma è innegabile che qualora non si provveda a integrare l’esigua disponibilità organica degli addetti del corpo di polizia penitenziaria e non ci si adoperi per una riorganizzazione della struttura non potranno più evitarsi conseguenze anche irreparabili".

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