Cronache

I ragazzi non vanno più a scuola? Interviene la polizia

Gli agenti sono intervenuti per un ordine del Tribunale dei minori di Venezia, che ha chiesto l'allontanamento dei ragazzi dalla famiglia. Ma la storia non è così chiara: i gentiori vorrebbero che i ragazzi tornassero a scuola, loro, coltivare la terra

I ragazzi non vanno più a scuola? Interviene la polizia

Una vicenda dai contorni ancora poco chiari quella avvenuta in un appartamento di Jesolo. Martedì mattina, arrivano in un appartamento polizia, assistenti sociali e medici del Suem con un'ambulanza. Si sente una donna gridare, poi gli agenti entrano in casa mentre la madre urla ai figli di 15 e 14 anni di chiudersi a chiave in bagno.

Come scrive Il Corriere della Sera, gli agenti hanno intimato alla donna di aprire di farsi da parte: "Non è la prima volta che veniamo, lo sa perché siamo qui, dobbiamo dare esecuzione a un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Si faccia da parte". La tensione sale. "La porta del bagno viene forzata, il padre dei due fratelli si sente male e finisce all'ospedale. Sarà dimesso qualche ora dopo" spiega il Corriere.

La versione ufficiale è che i ragazzi non vanno a scuola da due anni. Ma forse c'è qualcosa di più e la storia è complicata. Tutto ha inizio nel 2016, quando il Tribunale dei minori di Venezia ha emesso un decreto di allontanamento da casa dei due adolescenti. Tre tentativi vanno a vuoto, ma ieri è arrivato finalmente l'epilogo.

L'avvocato Francesco Miraglia, che assiste la famiglia, racconta: "Martedì mattina si sono presentati in trenta per portare via i due fratelli, manco si fosse trattato di arrestare Totò Riina. Inoltrerò nuova istanza al Tribunale e intanto pretendo un incontro urgente con il sindaco di Jesolo, responsabile dei Servizi sociali che hanno scritto la relazione alla base del provvedimento emesso dal giudice minorile, e con il questore, per capire come mai la polizia sia intervenuta in forze. Peraltro in bagno abbiamo trovato un fazzoletto imbevuto di una sostanza dal forte odore, che faremo analizzare: non vorremmo fosse anestetico".

E l'avvocato si è appellato anche al ministro dell'Interno: "Matteo Salvini faccia chiarezza sull'accaduto, nei quattro accessi a casa di questa famiglia sono stati inviati 54 operatori. Un esercito contro incensurati, persone oneste, proprietarie di terreni e di appartamenti che d'estate affittano. Vivono di rendita".

Ma ci sono alcuni particolare della vicenda che lasciano perplessi. Innanzitutto, ha spiegato il legale, sono stati i genitori a chiamare i servizi sociali perché il figlio sarebbe stato vittima di bullismo. L'istituto scolastico non ha dato alcun aiuto e così il ragazzo, ottenuta la promozione, non è più tornato a scuola, trascinandosi dietro la sorella. Entrambi hanno paura di essere presi dai servizi sociali. I genitori hanno anche preso un insegnanti di sostegno.

Il ragazzo parla del "grande spavento per l’arrivo delle assistenti sociali", che "non ci fa più dormire". E dice: "Stiamo bene a casa con i nostri genitori. Ci stiamo trasferendo in provincia di Treviso, per aprire un’azienda agricola. A me e mia sorella piace lavorare la terra, vorremmo coltivare frutta, verdura e un vigneto".

L'impressione è che la storia non finirà qui.

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