Cronache

Justine, la maestra di yoga uccisa per sbaglio dalla polizia

A Minneapolis, una tragica casualità è costata la vita a una 40enne. Ha sentito una donna urlare e ha chiamato il 113: ma un agente le ha sparato per sbaglio

Justine, la maestra di yoga uccisa per sbaglio dalla polizia

Si sarebbe sposata tra nemmeno un mese, Justine Damond. Ma i suoi parenti, anziché al matrimonio, sono dovuti accorrere al suo capezzale. È la storia di una donna australiana di 40 anni che viveva con il compagno a Minneapolis, nel Minnesota. Dopo avere sentito urlare una donna per strada Justine, che nella vita di tutti i giorni era una tranquilla insegnante di yoga e meditazione, ha fatto il suo dovere da cittadina, chiamando la polizia. Ma per un tragico errore, per una dannata casualità, un agente le ha sparato dalla macchina, uccidendola sul colpo.

La vicenda è stata riportata dai media australiani, che hanno descritto quanto successo con un titolo inquietante: "L'incubo americano". E incubo è stato, quando sabato scorso la donna ha deciso di chiamare la polizia. In quel momento si trovava a casa da sola, il compagno era via per lavoro.

A un certo punto ha sentito delle urla provenire dalla strada davanti a casa sua. Justine non ci ha pensato due volta a comporre il 911 sul proprio cellulare: temeva che si stesse consumando una violenza sessuale. Poi il tragico errore.

Anziché rimanere tra le quattro pareti di casa, la maestra di yoga ha aperto la porta ed è uscita in strada per vedere che cosa stesse succedendo: era in pigiama, ovviamente disarmata. Si è avvicinata alla macchina della polizia, "una cosa che ogni australiano avrebbe fatto", come hanno raccontato i media di Canberra e dintorni.

Ma l'agente vicino al guidatore, il somalo-americano Mohamed Noor, le ha incredibilmente sparato all'addome, scambiando il cellulare che teneva in mano era una pistola. Però non ci sono immagini registrate dell'accaduto, nonostante i poliziotti in servizio abbiano l'obbligo di accendere le body-cam, cioè le telecamere che riprendono 24h/24 gli interni di ogni "pantera".

Una vicenda che suscita una riflessione profonda sul rapporto tra gli Usa e le armi da fuoco. Negli Stati Uniti se ne contano 265 milioni tra pistole e fucili, più o meno una a testa. D'altronde, è un diritto costituzionale sancito dal secondo emendamento.

Ma spaventano le cifre sulle vittime da armi da fuoco tra poliziotti, semplici cittadini e criminali.

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