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Le lacrime dimenticate

Negli ultimi dieci anni hanno pianto almeno sette statuette della Madonna. Ecco che fine hanno fatto

Le lacrime dimenticate

Negli ultimi 10 anni almeno sette statuette della Madonna hanno pianto lacrime, spesso rosso sangue, che hanno fatto pensare al miracolo. Quasi un episodio all'anno, una media altissima, e per giunta concentrata in un'area geografica precisa, il Sud Italia. Questi fenomeni, tuttavia, non hanno fatto gridare ma sussurrare a un'Italia terra di miracoli. Gli eventi non sono usciti dai ristretti orizzonti delle piccole località (per lo più a Sud di Roma) in cui i casi sono avvenuti. Si crea curiosità, si formano code di devoti ma anche di increduli, s'invoca l'intervento del vescovo locale, per qualche giorno si mobilitano televisioni e giornali, e poi le lacrime vengono dimenticate. Se ne scordano le telecamere ma anche gli stessi fedeli. I pellegrinaggi si riducono, l'emozione del pianto sacro si raffredda, e il prodigio viene mestamente archiviato. Nell'attesa che da qualche altra parte il volto di una statuina venga nuovamente rigato di rosso.
Un paio di questi casi si sono rivelati falsi allarmi: condensa (a Nocera Inferiore, Salerno) o infiltrazioni piovane (a Macerata Campania, Caserta). In altri due, il tempo ha mostrato che si trattava di truffe. Ad Auditore, provincia di Pesaro ma diocesi di Rimini, l'11 luglio 2015 rivoli misteriosi comparvero su un'effigie della Vergine posta in una cappellina nel centro del paesello. In due settimane l'Istituto di medicina legale accertò che era sangue di capriolo. A Montecorvino Rovella (Salerno) il 1° febbraio 2017 balzò alla ribalta un tizio che da 15 anni diceva di avere le stimmate e in quaresima andava in estasi durante la rievocazione della Passione. Le trasudazioni avrebbero interessato una statuetta della Madonna di Medjugorje, un'immagine di Padre Pio, una stampa del Cuore misericordioso di Gesù e un crocifisso da tavolo. Si seppe poi che il profeta era un ciarlatano.

Buona parte dei fenomeni restano però senza spiegazione. E anche se l'autorità ecclesiastica competente - cioè il vescovo diocesano - non si pronuncia, è pure vero che tante lacrimazioni rimangono una finestra aperta sul mistero. A Sortino, paese sui monti Iblei in provincia di Siracusa, nel 2010 ha pianto lacrime umane una statuetta della Vergine realizzata dallo scultore locale Sebastiano Valenti e collocata in un'edicola votiva. Il caso non ha avuto una spiegazione. Lo stesso è accaduto a Molise (Campobasso) dove una statua della Madonna di Fatima è stata trovata, nel novembre 2016, tutta imbrattata di sangue: tra i testimoni anche il sindaco Domenico Cirelli.

I misteri

Forse non saranno miracoli, ma è certo che non siamo di fronte a imbrogli. Lacrime misteriose, dimenticate, che non fanno più piangere le folle. Come quelle di Ogliastro Cilento, località nell'entroterra di Agropoli (Salerno). Il 3 ottobre 2011 una statuetta dell'Immacolata di Lourdes posta nel giardino di un impiegato statale ha pianto sangue, addirittura «goccioloni» secondo testimoni che videro il ripetersi degli episodi. La famiglia chiamò i carabinieri per le analisi: era sangue umano. La diocesi di Vallo della Lucania predicò prudenza. Tornata in possesso della statuetta, la famiglia l'ha donata alla parrocchia di Santa Croce dove è ancora esposta. Se fosse convinto che sia opera del demonio, il vescovo non avrebbe autorizzato l'esposizione in una chiesa.

Nei secoli in Italia non sono mancate le lacrimazioni miracolose, come testimoniano per esempio i santuari dedicati alla Madonna delle lacrime a Trevi, Treviglio e Foligno. La costruzione della basilica bergamasca fu sollecitata da San Carlo Borromeo. L'ultimo episodio ufficialmente riconosciuto come miracolo dalla Chiesa è accaduto nel 1953 a Siracusa. Un piccolo quadro in gesso della Madonna lacrimò in casa di una coppia, dove la moglie stava vivendo una gravidanza difficile. Gli episodi si ripeterono davanti a vari testimoni tra il 29 agosto e il 1° settembre. Una commissione di esperti presieduta da un medico ateo, Michele Cassola, dichiarò scientificamente inspiegabile il fenomeno della lacrimazione. Si registrarono anche più di 300 guarigioni.

Il silenzio

Il 12 dicembre 1953, appena tre mesi dopo le lacrimazioni, i vescovi siciliani dichiararono il miracolo, confermato da Pio XII. Nel 1989 s'iniziarono i lavori per costruire l'enorme santuario nel centro cittadino (20mila posti) che fu consacrato da Giovanni Paolo II nel 1994. Da allora la Chiesa non ha più proclamato altri miracoli, nemmeno nel caso clamoroso di Civitavecchia (1995). In una frazione della cittadina laziale, Pantano, una statua della Madonna di Medjugorje pianse lacrime di sangue nel giardino della famiglia Gregori. La piccola scultura era stata comprata in un pellegrinaggio nella località bosniaca. Tra mille polemiche, le analisi scientifiche confermarono che si trattava di sangue femminile. Del caso si occupò anche papa Giovanni Paolo II. Il vescovo di Civitavecchia Girolamo Grillo, inizialmente scettico, cambiò completamente idea quando la statuetta pianse mentre lui la teneva tra le mani. Tuttavia, non dichiarò il miracolo, ma dispose che la madonnina fosse collocata nella chiesa di Pantano per essere venerata.

Oggi che cos'è rimasto del clamore suscitato 24 anni fa? Anche la Madonna di Civitavecchia è finita nel cono d'ombra, come quella di Siracusa, benché la città siciliana resti meta di un certo numero di pellegrinaggi. La Vergine piange, ma dopo un po' se ne ricordano soltanto i fedeli che abitano nei dintorni. Il culto rimane un fatto locale. Non sono gli unici casi. Nel 1996 a Pannarano (Benevento) una statua della Madonna lacrimò sangue in un appartamento mentre si svolgeva una «peregrinatio» da un'abitazione all'altra. Era un caso che l'immagine sacra si trovasse proprio tra quelle mura. La padrona di casa pulì l'immagine, ma il fenomeno si ripeté il giorno dopo. Le indagini della polizia scientifica accertarono che quel liquido era sangue di una donna. Il vescovo sannita tenne per tre mesi la statua nella sua cappella privata e poi la fece collocare nella chiesa parrocchiale senza certificare il miracolo, ma ammettendo che la lacrimazione non era frutto di un artificio.

Gli annunci

Anche Catania è stata teatro di un episodio senza spiegazione e dimenticato fuori dai confini cittadini, dopo avere sollevato grande clamore. Il 31 marzo 1975 un quadro della Madonna pianse sangue più volte nella casa della famiglia Castorina, nel quartiere di Novalucello. Il fenomeno si ripeté davanti a testimoni, che lasciarono nome e cognome su decine di fogli a conferma. Il 14 ottobre una nuova lacrimazione segnò l'improvvisa guarigione della piccola Tiziana Castorina, 2 anni, che i medici consideravano in punto di morte. Anni dopo la famiglia comprò una statuetta della Madonna: anch'essa pianse sangue. L'arcivescovo di Catania fece sigillare le immagini, lasciandole a casa Castorina, che ben presto non riuscì più a contenere pellegrinaggi e rosari. Nel 1983 si dovette costruire una cappella: se ne occupò Angelo Massimino, imprenditore e presidente del Catania calcio. L'arcivescovo incaricò un sacerdote di seguire spiritualmente la famiglia che fu ricevuta in Vaticano da papa Giovanni Paolo II.

L'ultimo episodio di rilievo risale a tre anni fa. Siamo a Trevignano Romano, sulle rive del lago di Bolsena, dove una statuetta della Madonna acquistata a Medjugorje ha pianto sangue. Inoltre, il giorno 3 di ogni mese alle ore 15 la proprietaria dell'immagine dice di avere visioni private della Vergine. La Madonna avrebbe anche predetto, tre giorni prima, il terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016. Ora le visioni avvengono all'aperto, in una località poco lontana meta di pellegrini, alla presenza anche di sacerdoti. La diocesi, come conferma il vicario generale monsignor Renato Tanturli, non si è pronunciata.

Ma non ha proibito a nessuno di partecipare.

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