Cronache

L'Alta velocità arriva fino in Puglia, ma si ferma a Bari: è protesta

Lecce, Brindisi e Taranto tagliate fuori, ma l'ad di Ferrovie dello Stato esclude che la situazione possa cambiare

L'Alta velocità arriva fino in Puglia, ma si ferma a Bari: è protesta

Il Salento si mobilita per ottenere l'Alta Velocità. L'ultima petizione, che gira da qualche giorno su Facebook, sfiora quota 12mila firme. Sono solo parte dei viaggiatori costretti ad una “velocità differente” per raggiungere le province di Lecce, Brindisi e Taranto, tutte tagliate fuori da Trenitalia.

Dal 20 settembre, infatti, per percorrere la tratta Milano - Bari, i passeggeri potranno impiegare solo 6 ore e 40 minuti. Una novità arrivata con un anticipo di due mesi rispetto ai tempi stimati, ma gravata da anni di ritardo nonostante i numerosi annunci che, nel tempo, si sono susseguiti. Una novità che impone, a tutti i pugliesi che devono raggiungere le province più a sud, di scendere dal treno e prenderne un altro decisamente più lento per proseguire il proprio viaggio.

Neppure il boom turistico ha fatto cambiare idea a Trenitalia. Non basta essere tornati una delle mete più ambite da visitatori italiani e stranieri, con un aumento del 10 per cento di presenze stimato da Federalberghi regionale, e un incremento del 30 per cento di presenze negli stabilimenti balneari: Lecce, Brindisi e Taranto resteranno tagliate fuori dall'Alta Velocità che, nel Centro e nel Nord del Paese rappresenta da tempo la normalità.

Il progetto in realtà esiste dal 2012, ma il finanziamento non c'è mai stato. L’ultimo annuncio è arrivato nei giorni scorsi dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio che, durante il meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, ha definito"necessaria l’Alta Velocità al Sud".

Il duro colpo ha fatto arrabbiare leccesi, tarantini e brindisini. Nel programma delle Ferrovie era infatti già stabilito che l’alta capacità (la linea ferroviaria dotata di particolari meccanismi di controllo del traffico tali da permettere una superiore frequenza di passaggi rispetto alla linea tradizionale) arrivasse fino a Lecce. Ma così non sarà, almeno per ora.

A nulla (probabilmente) serviranno le migliaia di firme raccolte in queste ore e tutte quelle raccolte in passato, su iniziativa di giornali come La Gazzetta del Mezzogiorno e il Nuovo Quotidiano di Puglia. La petizione è stata avviata "in vista della venuta a Bari di Matteo Renzi, in occasione della cerimonia inaugurale della Fiera del Levante", si legge nel testo, con l'obiettivo di "far avere al capo del governo le firme dei salentini che non vogliono più essere considerati cittadini di serie B". A nulla servirà la mobilitazione di associazioni dei consumatori e quella di alcuni politici bipartisan.

In un'intervista, rilasciata nelle scorse ore al giornale diretto da Giuseppe De Tommaso, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Michele Mario Elia, ha escluso categoricamente che il Frecciarossa arrivi sino a Lecce: "Abbiamo fatto tutte le verifiche, su tempi e costi, e siamo giunti alla decisione che l’ipotesi di allungare la corsa del Frecciarossa oltre Bari non è praticabile, almeno per il momento. Comunque monitoreremo l’andamento delle frequentazioni reali del treno, studieremo i flussi di traffico. Poi ci renderemo conto dell’andamento – ha spiegato - e decideremo eventuali altre ipotesi".

Poi ha aggiunto: "Ora partiamo così. In seguito verificheremo se il servizio regge. Ci sono delle regole di mercato a cui dobbiamo attenerci. Dobbiamo verificare se il "load factor" ci consente di fare altre scelte. Se il treno non si riempie chi ce lo paga? Comunque non escludiamo nessuna possibilità. Queste cose si reggono se si autosostengono. Se c’è la domanda va bene, altrimenti l’azienda non può sostenere un servizio in perdita.

Nessuno attuerebbe una attività non remunerativa, dove i costi sono maggiori dei ricavi", ha concluso.

Commenti