Cronache

Lanciano, stupra la cognata e la mette incinta, a processo 49enne

Gli episodi di violenza risalirebbero a gennaio 2016. La donna, affetta da ritardo mentale, veniva regolarmente pestata e stuprata dal fratello del marito: rimasta incinta, è dovuta ricorrere ad un aborto terapeutico

Lanciano, stupra la cognata e la mette incinta, a processo 49enne

Sarà processato il prossimo gennaio per il reato di violenza sessuale aggravata il 49enne di Lanciano accusato di aver stuprato, messo incinta ed infine costretto ad abortire la cognata.

I fatti incriminati avrebbero avuto inizio dal gennaio 2016 quando l’uomo, un disoccupato, fu ospitato dal fratello e da sua moglie all’interno della loro abitazione.

Durante quel terribile periodo la donna fu oggetto di ripetute violenze fisiche da parte del 49enne, come lei stessa avrebbe riferito alle assistenti sociali che da tempo si occupavano della sua famiglia. A causa della situazione di disagio e degrado in cui viveva la coppia, tra l’altro, il tribunale dei minori de L’Aquila aveva già tolto loro l’affidamento dei figli, per cui è evidente che il contesto familiare fosse già piuttosto compromesso.

Sull’imputato grava l’accusa di violenza sessuale, con l’aggravante della continuazione e del ritardo mentale di cui è affetta la vittima, per giungere alla quale sono risultate fondamentali le indagini svolte dai carabinieri di Lanciano.

Secondo l’accusa, il 49enne avrebbe ripetutamente stuprato la cognata, obbligandola con l’uso della forza ad avere rapporti sessuali con lui. Dopo averla percossa violentemente, con pugni in viso e nel resto del corpo, ed aver stroncato ogni tentativo di reazione, l’uomo abusava di lei. A seguito delle violenze la donna sarebbe tra l’altro rimasta incinta, cosa che la obbligò a ricorrere ad un aborto terapeutico.

Il Pm Serena Rossi ha pertanto richiesto il rinvio a giudizio dell’imputato, che andrà alla sbarra il prossimo 9 gennaio. L’uomo è difeso dall’avvocato Antonella Marchetti, la quale ha già tentato la carta dell’incapacità di intendere e di volere del suo assistito, affetto da un grave e certificato ritardo mentale.

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