Cronache

L'autotrapianto di capelli è indolore, non lascia segni e dà un risultato naturale

La caduta dei capelli è fisiologica quando si riferisce al normale ciclo di ricrescita, se invece è eccessiva e duratura (si protrae per uno o due mesi), può provocare un progressivo diradamento e, nei casi più gravi, può portare alla calvizie. Il problema non riguarda esclusivamente l'universo maschile ma anche quello femminile (alcune donne ne vengono colpite dopo la menopausa o dopo il parto). La causa più comune della caduta è l'alopecia androgenetica, spesso dovuta al cattivo funzionamento dell'enzima 5-alfa-reduttasi che non riesce a sintetizzare correttamente l'ormone androgino, chiamato DHT, che si lega al bulbo pilifero del capello, atrofizzandolo. In alcuni casi la caduta è causata dall'anomala produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee situate sul nostro cuoio capelluto, in questo caso si parla di alopecia. Ma esistono anche un'alopecia nervosa o da stress e quella dovuta a carenze alimentari. La ricerca scientifica applicata e la moderna tricologia forniscono svariati rimedi qualora i follicoli piliferi siano ancora attivi e produttivi. È il caso di alcuni vasodilatatori o dei gel a base di finasteride, da applicare o da assumere previa prescrizione e sotto controllo medico. Cosa è possibile fare se il diradamento è eccessivo?

«La diagnosi di uno specialista è un ottimo punto di partenza. Soltanto con lo studio mirato e approfondito del capello e con la valutazione dello stato di salute del paziente è possibile stabilire la strategia più appropriata, mirata e personalizzata», suggerisce il dottor Giacomo Urtis (www.giacomourtis.it-www.istitutodermoestetico.com) . Studi scientifici hanno confermato l'efficacia dei fattori di crescita provenienti dalle piastrine del sangue, ossia la tecnica «PRP» (Platelet Rich Plasma), in grado di aumentare la sopravvivenza dei capelli e di prolungarne la fase di crescita attiva. Tecnica che può essere abbinata agli attivatori molecolari e ai fattori di crescita sintetici. E nei casi di diradamento più «vistosi»? È possibile - risponde Urtis - ricorrere a un autotrapianto di capelli col sistema FUE (Follicular Unit Extraction), una tecnica chirurgica poco invasiva e non dolorosa, idonea a uomini e donne (non richiede necessariamente di rasare i capelli). Serve per rinfoltire vaste e piccole aree della cute trasportando i capelli (bulbi o unità follicolari) da una parte all'altra della testa, non lascia nessuna cicatrice, non ci sono punti di sutura da levare e consente di ottenere un risultato totalmente naturale. Con la visita medica si stabilisce il numero preciso delle unità follicolari da trapiantare (400 corrispondono a circa 1.200 capelli, 800 a circa 2.400 capelli e 1.200 a circa 3.600 capelli) che vengono estratte prelevando piccoli segmenti di cuoio capelluto che contengono al massimo uno o due bulbi. Esistono zone della testa (specialmente in quella occipitale e parietale) in cui la densità dei capelli è così folta da consentire l'estrazione dei bulbi da trapiantare nelle aree che presentano calvizie.

In alcuni casi, anche il corpo può avere la funzione di area donatrice; quando si hanno delle cicatrici da nascondere, le unità follicolari si possono estrarre dalla barba».

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