Cronache

L'esperto di jihad: "I servizi non sono onnipotenti, anche l'Italia è vulnerabile"

Il saggista Lorenzo Vidino: "Molti islamici italiani ora si dissociano ma fino a ieri dicevano che le offese a Maometto andavano lavate con il sangue"

L'esperto di jihad: "I servizi non sono onnipotenti, anche l'Italia è vulnerabile"

Lorenzo Vidino è uno dei massimi esperti di Jihad in Italia. Autore, saggista e collaboratore dell'Ispi di Milano, ha scritto "Il jihadismo autoctono in Italia", un saggio sulla realtà del fondamentalismo islamico che nasce nel nostro Paese. Mentre la Francia vive le sue ore più drammatiche sotto l'attacco del terrorismo islamista, lo abbiamo intervistato per avere un quadro dei rischi dello jihadismo in Europa e in Italia.

Mentre parliamo, da Parigi continuano ad arrivare notizie di nuove falle nei servizi di sicurezza. Che sta succedendo?

"Bisogna fare attenzione a parlare di falle nei servizi. In quasi tutti gli attacchi all'Occidente gli attentatori erano già noti. Essere un soggetto radicalizzato non basta per venire arrestato."

Ma allora come si contrasta il terrorismo?

"L'intelligence lavora. Ma per monitorare un sospetto ventiquattr'ore al giorno servono dalle 20 alle 25 persone. E in Francia ci sono 3.000-5.000 simpatizzanti dell'ideologia jihadista. Fate voi i conti... I francesi hanno sventato diversi attentati, ma a volte si sbaglia."

Cosa cambia la strage di Parigi nella storia del terrorismo islamista in Europa?

"Quello di Charlie Hebdo è un attentato molto importante, il terzo dopo Londra e Madrid. Ma la dinamica non è nuova..."

In che senso?

"Vent'anni fa erano state fatte esplodere delle bombe nella metro di Parigi, per questioni legate all'algeria. Erano fondamentalisti francesi, presi dopo un inseguimento di giorni concluso con uno scontro a fuoco con la polizia."

Esiste il rischio emulazione?

"Certo, questo va da sé. Bisogna vedere, se il secondo attentato di Montrouge, se c’è un rapporto di emulazione con un’azione fatta da qualcuno che conosceva personalmente gli attentatori."

C'è quindi il rischio di nuovi attentati?

"Ci sono due tipi di minacce. Soggetti indipendenti, come quello entrato al Parlamento di Ottawa, ma esiste anche la possibilità di attentati su larga scala. Da un pezzo si dice che Al Qaeda prepara bombe speciali che passino i controlli del metal detector, e quindi forse nuovi attentati contro gli aerei…"

Qual è il pericolo per l'Italia?

"Per fortuna non siamo nell’occhio del ciclone: l'Italia non ha una scena jihadista come la Francia o il Belgio e ha un ruolo meno visibile nello scacchiere mediorientale. Però..."

Però?

"Una scena jihadista in Italia c’è, e l’Italia comunque è schierata con l’Occidente. Inoltre la presenza di Roma e del Papa è un fatto importante."

Da dove viene la minaccia? Dai lupi solitari o dalle moschee?

"Ci sono diverse dinamiche. La scena italiana è relativamente tranquilla adesso, ma fino a pochi anni fa era molto tosta."

Cosa intende?

"ll centro islamico di viale Jenner a Milano fino dieci anni fa era uno dei due o tre centri del jihadismo in Europa. Alcuni se ne sono andati, alcuni sono morti, ma alcuni sono ancora qua."

Come giudica la reazione della comunità islamica?

"Non c'è una sola comunità, ce ne sono molte.

Ma è preoccupante che chi se ne attribuisce la leadership ed oggi esprime cordoglio per i morti di Charlie Hebdo, fino a ieri sosteneva che qualsiasi offesa al profeta andasse lavata con il sangue."

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