Cronache

Scontro Ucina-Nautica Italiana

Da Genova, attraverso il portale Liguria Nautica, Carla Demaria, presidente di Ucina-Confindustria Nautica, lancia strali sulla neonata associazione, Nautica Italiana, affiliata ad Altagamma.

Se le sono cantate e suonate a distanza. Da Genova, attraverso il portale Liguria Nautica, Carla Demaria, presidente di Ucina-Confindustria Nautica, lancia strali sulla neonata associazione, Nautica Italiana, affiliata ad Altagamma. E così le schermaglie iniziali diventano guerra a tutto campo. Non c’è spazio per mediazioni, ripensamenti e ancora meno per un dialogo mai iniziato. La frattura è insanabile. Ma c’è un fatto nuovo che fa riflettere: alla conferenza stampa dell’associazione presieduta da Lamberto Tacoli (a capo di Crn, gruppo Ferretti. Nella foto in alto.), infatti, era presente Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. Qualcosa in più di un’apparizione simbolica e discreta (si è limitato a salutare i presenti e a qualche dichiarazione). Con la sua presenza, tuttavia, il capo degli industriali potrebbe aver rilasciato ufficialmente il passaporto “diplomatico” a Nautica Italiana: "La nautica - il suo brevissimo intervento - è un settore trainante, di punta, che merita l’attenzione del governo nell'interesse del Paese, non solo per promuovere il made in Italy, ma anche per la crescita civile di questo Paese. Purtroppo questa attenzione non l’abbiamo riscontrata negli ultimi anni". Carla Demaria rivendica, a pieno diritto, il ruolo di Ucina , ruolo che parte da molto lontano. Stiamo parlando della storia della nautica italiana, e la storia non si cancella con un colpo di spugna.

Quasi sempre per costruire un futuro migliore si parte dal passato. Nautica Italiana risponde con i suoi “44 brand eccellenti in rappresentanza di circa l’80% della produzione nazionale e un fatturato complessivo, inclusi i servizi, che supera quota 1,2 miliardi di euro” e propone un “progetto strategico per il rilancio del settore”, corredato di proposte legislative raccolte in un Manifesto. Ma anche nuovi eventi “per la crescita del made in Italy”. Nuovi eventi? “Non saloni nautici – precisa Tacoli – ma eventi a tema”. Con le seguenti probabili location: Milano (piccola Nautica), Porto Cervo e Capri per il resto. “Senza escludere Genova”, la precisazione. Ma, al di là di questo, Lamberto Tacoli & C. pensano a una “Nautica 365, progetto strategico a tutto campo per 365 giorni l’anno, partendo da un’approfondita analisi dello scenario complessivo, delle priorità di crescita dell’export e delle esigenze del comparto per un supporto alla promozione sul mercato domestico”. In altre parole si tratta di nuovi eventi in collaborazione “con partner professionali , completati da nuove formule di presidio. Un piano - spiegano Lamberto Tacoli e Giovanna Vitelli (gruppo Azimut-Benetti) – la cui tempistica di sviluppo (primavera-estate) tiene conto dell’opportunità di fornire delle vere anteprime rispetto al calendario dei principali boat show europei”.

Nell'ambito di una normativa “chiara e integrata in cinque punti: fiscalità e trasparenza; sviluppo della nautica medio-piccola; supporto all'industria dei grandi yacht e i suoi servizi; sostegno agli operatori di marina e infrastrutture; semplificazione delle procedure”. Le proposte di Nautica Italiana spaziano dal “Bollino Oro” che anticipi i controlli a terra anziché in mare, alla moratoria dei controlli a bordo in attesa dell’adozione del Registro Telematico, dalle strutture ricettive per i natanti a gestione senza scopo di lucro, all’Iva al 6,6% per il noleggio delle navi da diporto, fino all’emanazione urgente dei decreti attuativi del Codice della Nautica e a una definitiva semplificazione della burocrazia e delle norme. Fin qui Nautica Italiana. Ma il percorso è lungo, complesso e controverso visto che Carla Demaria contesta i numeri della nuova associazione: “La compagine annunciata dalla nuova associazione - tuona - non raggiunge neppure il 35% della produzione. Sono dati che si attesterebbero a circa il 10% delle filiera”, dice. E aggiunge: "Ogni possibile interlocutore deve essere un soggetto reale, titolato e soprattutto portatore di proposte concrete nell’interesse dell’intera filiera nautica. Altrimenti cadiamo nel circolo vizioso dei comunicati stampa da un lato e dei tatticismi dall'altro. Così si fa solo del male al settore". Questa è anche la nostra modesta opinione. Da sempre. Ma è innegabile che la guerra in atto è di quelle senza esclusione di colpi. Lo scontro è durissimo.

L’auspicio di tutti è che alla fine sul campo di battaglia non ci lasci le penne proprio la Nautica.

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