L'Ilva inchioda i magistrati: "Dissequestro o chiusura"
21 Novembre 2012 - 17:36Nell'istanza di dissequestro, l'azienda sfida la procura di Taranto: "Solo l’attività di impresa, può generare risorse"
Se il sequestro preventivo dovesse permanere, l’ovvia insostenibilità economico-finanziaria condurrebbe inevitabilmente alla definitiva cessazione dell’attività produttiva e alla chiusura del polo produttivo. A inchiodare i magistrati sul futuro del gruppo è statp il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante e l’avvocato Marco De Luca di Milano nell’istanza di dissequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico che è stata presentata ieri alla procura di Taranto.
A detta dell’azienda, il dissequestro è funzionale all’attuazione di quanto l’Autorizzazione ambientale prescrive. "Solo l’attività di impresa - ha spiegato l’Ilva - può generare le risorse necessarie alla relativa ottemperanza dell’Aia". L’Ilva ha anche fatto presente che l’assolvimento degli obblighi dell’Aia, che pone una serie di interventi ambientali e impiantistici, richiede necessariamente il ricorso al credito che "risulta impossibile in presenza di provvedimenti limitativi della proprietà e della gestione dello stabilimento".
"Il vincolo sull’area a caldo - ha spiegato l’Ilva con riferimento al sequestro giudiziario - diviene, da subito, economicamente insostenibile".