Cronache

L'imprenditrice antimafia: "Se denunci i boss firmi la tua condanna"

Lo storia dell'imprenditrice coraggiosa, Magda Scalisi, che ha subito le intimidazioni della mafia dei Nebrodi e che ha deciso di denunciare i suoi estortori. "Se avessi saputo come sarebbe finita, non lo avrei fatto"

L'imprenditrice antimafia: "Se denunci i boss firmi la tua condanna"

"Maledico il giorno in cui ho denunciato. Dovevo mollare tutto e scappare ed, invece, ho commesso il grande errore di restare. Quando denunci, firmi anche la tua condanna a morte. Se avessi saputo quello che poi mi è accaduto, non lo avrei mai fatto". Uno sfogo che arriva come una pugnalata per chi crede ancora nella redenzione di questa terra. A parlare con gli occhi pieni di amarezza è Magda Scalisi, battagliera giovane imprenditrice palermitana, che ha denunciato la mafia dei Nebrodi, parlando del suicidio dell'imprenditore antiracket di Gela Rocco Greco. Anche lui aveva denunciato i boss mafiosi. "Visto quello che mi è successo e tutto quello che è accaduto dopo - dice in un'intervista all'Adnkronos - posso dire di avere scoperto che nei Nebrodi non esiste la mafia".

La donna, fino all'agosto del 2018 gestiva con il padre un agriturismo nel cuore dei Nebrodi. Una struttura che sorgeva a 13 chilometri da San Fratello, in provincia di Messina, dotata di un ristorante e di 21 camere di albergo. Ma dopo poco tempo dall'apertura le hanno fatto sparire tutti i cani, alcuni rubati, altri morti misteriosamente. E, ancora, maiali privi di chip identificativo, dunque allevati abusivamente, sono stati fatti penetrare nell'area del Rifugio, per creare danni e disturbo. Al ristorante si erano presentati gruppi di avventori che si erano applicati un singolare auto-sconto. Ma non solo. Erano spariti anche alimenti e stoviglie destinati ai celiaci. E la giovane imprenditrice è celiaca. "Quando denunci - dice ancora Magda - devi stare attenta in quale zona d'Italia denunci. Inoltre, è davvero come se firmassi la tua condanna a morte. Per non parlare della serenità, tua e della tua famiglia, che finisce. E poi da vittima ti ritrovi indagata. E questa è una cosa assurda. Sono le follie di questa terra".

Magda parla, racconta ed esprime tutta l'amarezza di chi ha investito tempo e denaro nella sua terra d'origine ma che si è trovata con un mostro più grande di lei. "Per alcuni per tutto quello che ho subito la colpa è mia perché non sapevo gestire l'azienda - si sfoga ancora - mi è stato detto e scritto che il fil di ferro si era rotto da solo, per 'l'usura del tempo, o che i maiali sono del Parco dei Nebrodi".
Magda però non torna indietro, sa che la sua scelta dolorosa è servita per squarciare il velo d'omertà. "Mi sono sentita dire persino che sono stata suggestionata dalla polizia di Stato, mi hanno detto che ero una pazza isterica. Io in commissariato mi sentivo a casa, come dovrebbero sentirsi a casa tutti i cittadini". Dopo tutte le peripezie vissute, lo scorso agosto ha deciso di chiudere il Rifugio del Parco di San Fratello. Insieme con il padre Salvatore, legale rappresentante della società cooperativa Karasicilia, gestivano dal 2016 la struttura ricettiva nel bosco della Miraglia, tra San Fratello e Cesarò. In piena estate, alla presenza dei loro avvocati, hanno consegnato le chiavi del rifugio, al commissario del Parco dei Nebrodi, Luca Ferlito, accompagnato da alcuni dipendenti. "Non siamo nelle condizioni di legge per operare, pertanto rimettiamo alle autorità competenti ogni utile decisione sulla situazione determinatasi", si era limitata a dire Magda Scalisi al momento della consegna delle chiavi.

La struttura era stata riconsegnata all'ente parco "interrompendo così una esperienza aziendale e un progetto di imprenditoria nuova per i Nebrodi", avevano detto gli Scalisi.

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