Cronache

L'isola d'Elba espelle i rom

Cacciati i nomadi accampati coi camper vicino alle spiagge "Derubavano i turisti, un danno per la nostra immagine"

L'isola d'Elba espelle i rom

I sindaci dell'isola d'Elba hanno espulso la comunità rom che si era accampata sulle coste senza rispettare leggi e regolamenti comunali. Qualche decina di zingari che molestavano turisti e residenti nel pieno della stagione sono stati imbarcati e riportati sulla terraferma. Non abbiamo memoria di provvedimenti simili, quantomeno non di decisioni così drastiche. Non sappiamo neppure quale sia il colore politico di questi primi cittadini, né ci importa conoscerlo. E non importa che si stia parlando di piccoli numeri e di piccole amministrazioni. È il fatto in sé che merita attenzione in un momento in cui nelle nostre città pare si sia perso il senso della legalità e del rispetto. Tolgo il «pare»: gli accampamenti di disperati nei pressi delle stazioni ferroviarie, nei giardini e parchi pubblici, a volte pure nei centri storici, è indegno sia per loro che per noi, costretti a convivere con un degrado sociale che non meritiamo. È vero che siamo alle prese con un'emergenza, ma è anche vero che prefetti e sindaci badano più ad accontentare i loro referenti istituzionali e politici che a difendere i diritti della comunità loro affidata.

Nelle scorse ore la ministra Boschi ha detto che votando sì al referendum sulla riforma del Senato si metterà il Paese al sicuro dal terrorismo. Detto che alla stupidità non c'è limite, io mi sentirei molto più al sicuro se i sindaci italiani seguissero l'esempio dei colleghi dell'Elba, perché non potrà mai esserci sicurezza senza il rigoroso rispetto delle regole, che si tratti di accampamenti abusivi di rom, di clandestini lasciati liberi di circolare senza limiti e controlli, di imam che predicano l'odio in moschee abusive. Il nuovo terrorismo non si abbevera al pozzo delle riforme costituzionali ma nel caos e nel disordine sociale.

Non so come la gente si dividerà sul sì o no alla riforma Boschi, ma mi pare unito nel pretendere che d'ora in avanti possa rimanere con noi solo chi rispetta questo paese, le sue leggi, la sua storia e quindi noi. Per questo la decisione dei sindaci dell'Elba va oltre un fatto locale di banale ordine pubblico. È la prova che nel nostro ordinamento ci sono già gli strumenti per rimettere le cose un po' a posto.

È la prova - come sosteniamo da tempo - che quello che manca è solo la volontà di farlo.

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