Cronache

Liti in famiglia e tentati suicidi: la vita tormentata di Veronica schiacciata da un passato nero

Nata da una gravidanza indesiderata e blindata in un'infanzia infelice, la mamma di Loris si trasferisce a Santa Croce Camerina per seguire il marito. Nessuno l'ha mai accettata

Liti in famiglia e tentati suicidi: la vita tormentata di Veronica schiacciata da un passato nero

Omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela, e occultamento di cadavere: dopo 6 ore di interrogatorio la procura di Ragusa ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Veronica Stival, la mamma del piccolo Loris. Sarebbe stata dunque lei, secondo magistrati e investigatori di polizia e carabinieri, ad uccidere con una fascetta da elettricista stretta attorno al collo il figlio di 8 anni la mattina di sabato 29 novembre. E sarebbe stata sempre lei a gettare il corpicino nel canalone in contrada Mulino Vecchio, a meno di due chilometri di distanza dal centro di Santa Croce Camerina. Veronica avrebbe fatto quindi tutto da sola: nessun complice, nessun aiuto.

Ma chi è veramente Veronica Panarello? Negli ultimi giorni, sui giornali, sono emersi i particolari inquietanti del suo passato. Sono riafforati dal passato una pesantissima crisi post partum, due tentativi di suicidio e l'infanzia in Liguria, a Rocchetta, frazione di Cairo Montenotte, dove la sua famiglia era approdata dalla Sicilia per cercare un po' di fortuna. Gli inquirenti sono andati a ritroso nel tempo. Anche scavato ovunque per far luce sul perché di un gesto tanto brutale. Già alle elementari Veronica aveva avuto qualche problema di adattamento. A rivelarlo agli investigatori è stata la madre, la nonna materna di Loris. Al tempo la figlia aveva avuto bisogno di uno psicologo. Alla fine degli anni Novanta la famiglia Panarello è, quindi, rientrata a Grammichele, un piccolo centro a pochi chilometri da Catania. Anche l'adolescenza, al liceo artistico del paesino, è tormentata.

I segnali di disagio hanno al centro un rapporto difficile con il padre biologico e l’amore incondizionato per il papà che ha riconosciuto anche i figli nati fuori dal matrimonio. Come spiega Alessandra Ziniti su Repubblica, "Veronica si è sempre sentita rifiutata dalla madre Carmela dopo avere appreso da lei di essere stata il frutto di una gravidanza indesiderata, nata da un rapporto con un uomo diverso da quello che poi l'ha riconosciuta, Francesco Panarello, l'unico, con uno dei fratelli, a essersi visto nella casa di via Garibaldi in questi giorni". Tanto che, intorno ai 14 anni, Veronica ha tentato per la prima volta il suicidio, anche se si fatica a trovare, negli ospedali della zona, le cartelle cliniche dell'epoca. Un laccio stretto intorno al collo dopo aver scoperto l'ennesima relazione clandestina di una madre che ha avuto cinque figli da tre uomini diversi. Sono gli stessi anni della scomparsa della piccola Denise Pipitone. Un fatto di cronaca che, nell'autunno del 2004, sconfolse l'Italia intera. In quei giorni una Veronica appena quattordicenne ha denunciato i carabinieri di aver visto la bambina. Non solo. Qualche giorno dopo avrebbe addirittura telefonato a diverse trasmissioni televisive per raccontare la sua versione.

L'anno dopo, al secondo anno di liceo, la prima gravidanza ha messo la parola "fine" ai sogni artistici della sedicenne. Pur sapendo di rovinando definitivamente il rapporto con la madre, ha deciso di abbandonare Grammichele per trasferirsi a Modica, nel Ragusano, e formare una famiglia con Davide. "Veronica, Davide e i due piccoli - scrive Rosa Sbano su un blog locale - erano miei clienti affezionati nel periodo che hanno vissuto a Modica. Con Veronica si era instaurato un rapporto confidenziale e quasi amichevole. Non è quella persona che i media stanno descrivendo, ma una ragazza molto semplice e coraggiosa. Ha vissuto qui per anni con Loris, e incinta del secondo figlio, quasi sempre da sola a causa del lavoro di Davide che lo costringe a stare fuori per giorni". Come riporta anche Francesco Grignetti sulla Stampa, "questa gran solitudine emerge anche dalle carte dell’indagine di polizia".

Quando si sono trasferiti a Santa Croce Camerina, dove vivono i parenti di Davide (il nonno Andrea e la nonna Giuseppina, la sorella, gli zii e i cugini), è già nato il fratellino di Andrea Loris. Davide era sempre in giro per il Paese. Su e giù per l'Italia, al volante del camion. A casa con i figli è sempre rimasta Veronica, da sola. Per la "forestiera", come la chiamano a Santa Croce Camerina, non c'è grande simpatia. I vicini hanno detto agli investigatori che i bambini venivano trattati in malo modo. Una volta Andrea Loris scappò per "andare dal papà". Lo ritrovarono all'emporio sotto casa.

"Comunque vada a finire - ha detto il sindaco Franca Iurato - è una brutta storia".

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