Cronache

Litiga con figlio e nuora, poi evade dai domiciliari: "Portami in carcere"

L'uomo aveva ucciso l'altro figlio ed era stato messo ai domiciliari, data la sua età

Litiga con figlio e nuora, poi evade dai domiciliari: "Portami in carcere"

Roma. Litiga furiosamente con il figlio e la nuora, fugge di casa e si presenta ai carabinieri. "Portatemi in carcere, a casa non ci voglio più stare. Meglio il gabbio" dice.

Una richiesta strana se non fosse che a implorare un soggiorno a vita nelle patrie galere sia un ottantenne già agli arresti domiciliari per omicidio. Una tragedia familiare consumata in via Aldo Moro, a Monterotondo, alle porte di Roma, lo scorso 29 aprile. La lite fra l’uomo, A.R., e il figliastro, Giuliano Lacopo di 56 anni, scoppia per pochi soldi. Bollette non pagate da alcune centinaia di euro di cui l’anziano chiede conto. Per tutta risposta il 56enne lo colpisce in pieno volto con una testata. La reazione del patrigno non si fa attendere: accecato dalla rabbia e dal dolore, afferra un coltello da cucina e colpisce a morte il figliastro. Un solo fendente ben assestato e l’uomo cade a terra in una pozza di sangue. Un colpo letale. L’assassino sulle prime si dilegua. A indicare agli inquirenti il suo nascondiglio, a Palombara Sabina, il coinquilino della vittima.

I carabinieri lo arrestano senza problemi, lui confessa immediatamente il delitto. "Sono stato io, mi sono difeso" le sue parole.

Passati alcuni giorni a Regina Coeli, il penitenziario romano, il Tribunale di Tivoli gli concede gli arresti domiciliari. Considerata l’età dell’uomo, il giudice lo affida all’altro figlio, avuto dalla madre della vittima, che risiede nel quartiere romano di San Basilio. Le cose, però, non vanno affatto bene. La sua presenza non è per nulla gradita alla nuora e lo stesso figlio non sopporta il padre. Presentandosi in caserma l’anziano, di fatto, evade dagli arresti domiciliari. "Non ce la faccio più - confessa ai militari - per favore rimandatemi in carcere". Accontentato.

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