Cronache

L'Ue "taglia" pure il pesce: rischio di rincari a tavola

L'Unione Europea riduce le giornate in mare dei pescatori con conseguenze sul prezzo del pesce

L'Ue "taglia" pure il pesce: rischio di rincari a tavola

Restrizioni in arrivo da parte dell'Ue sulla pesca che rischiano di avere conseguenze pesantissime sul settore produttivo e su quello del consumo di pesce.

A partire dal 1 gennaio dell'anno che si appresta ad iniziare sino a tutto il 2024, difatti, l'Unione europea ha cambiato in senso restrittivo le regole della pesca a strascico nel mediterraneo occidentale soprattutto su 6 specie molto ricercate e apprezzate sulle tavole degli italiani: lo scampo, la triglia, il nasello e il gambero (viola, rosa e rosso). È la prima volta che viene adottato un regolamento autonomo sulle possibilità di pesca per i due mari dopo l'entrata in vigore, nel 2019, del piano pluriennale per gli stock demersali nel Mediterraneo occidentale

Le nuove norme europee ‘taglia’ giornate di pesca rischiano di ridurre del 40% la produzione ittica nazionale a tutto vantaggio dell'export, soprattutto extra Ue. Il regolamento europeo, taglia del 10% le giornate in mare dei pescatori a strascico, mette a rischio, secondo l'Alleanza Cooperative pesca, la disponibilità sulle nostre tavole di diverse specie "nostrane". A livello economico, dunque, la scelta porterà il taglio delle giornate in mare dei pescatori, con conseguenze gravi per il settore occupazionale e per l'intero comparto produttivo.

Ma a pagarne le spese saranno anche i consumatori, che vedranno lievitare in modo esponenziale il prezzo del pesce, che rappresenta, nella tradizione culinaria dell'Italia costiera, la base della propria alimentazione. Di conseguenza, a partire dal 2020 potrebbero arrivare rincari al ristorante e in pescheria e di certo, come evidenzia il presidente nazionale di Federconsumatori Emilio Viafora, ci sarà moltissima speculazione sulla vendita del pesche se si considera che "ormai gran parte del pesce che si mangia in Italia è importato, e quando si pescherà meno ma aumenterà l’importato.

"Dopo i sequestri di pescherecci, anche il taglio di giornate lavorative per i pescatori italiani che favorirà i Paesi rivieraschi del Mediterraneo: con questo andazzo la marineria siciliana e non solo rischia di chiudere". A dirlo è Santino Adamo, delegato di Federpesca a Mazara del Vallo (Trapani) che lo scorso 19 dicembre ha incontrato, con i vertici della federazione, il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

"Questo intervento della Unione europea - aggiunge - aggraverà ulteriormente la nostra condizione, nonostante da mesi chiediamo a Bruxelles di intervenire nei rapporti con le autorità libiche o tunisine nel mezzo del Mediterraneo".

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