Cronache

L'ultima follia della Sapienza: salgono in cattedra gli islamisti

Bufera sul seminario organizzato all'Università La Sapienza. A parlare di prevenzione del radicalismo erano presenti islamisti che inneggiano ad Hamas

L'ultima follia della Sapienza: salgono in cattedra gli islamisti

Lo scorso 1 novembre erano emersi particolari inquietanti sul settimo seminario dell’associazione islamica italiana Imam e Guide Religiose, denominato "Il terrorismo e la violenza, cause e strategie di prevenzione", svoltosi il 26 ottobre a Roma, presso il Dipartimento di Storia Cultura Religioni dell'Università La Sapienza.

Il seminario veniva presieduto e coordinato da Umberto Longo, Vicedirettore del Dipartimento Storia, Culture e Religioni, dal docente Paolo Naso, dal Prefetto a capo della Direzione centrale per gli affari dei culti Giovanna Maria Iurato, da Ezio Gaetano del Dipartimento Polizia di Stato del Ministero dell’Interno, da Mohammed Ben Mohammed, presidente dell’Associazione Culturale Islamica d’Italia.

La pagina Facebook dell’associazione aveva fornito dettagli sull’evento, spiegando che “Il seminario è stato senza dubbio un passo positivo e importante per l'impegno dimostrato da parte di tutti per costruire un modello italiano basato sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione al fine di affrontare i problemi e le difficoltà dell’attuale fase storica. Siamo pertanto fiduciosi che il lavoro che seguirà darà i suoi frutti positivi per il bene del Paese che è il bene di tutti”.

In un precedente articolo era già stato sottolineato come tra presenti, organizzatori e relatori c’erano anche il presidente dell’Ucoii Ezzedine Elzir, Stefano Allievi (docente presso l’Università di Padova e membro del PD) che lo scorso 21 agosto, durante il sesto seminario scientifico per gli imam e i responsabili dei centri islamici, organizzato sempre dall’Associazione Italiana Imam e Guide Religiose alla moschea di Verona, oltre a definire alcuni giornalisti “sporche carogne”, aveva invitato gli islamici a inserirsi nelle istituzioni: “…giovani delusi entrino, facciano lo sforzo come i nostri, di entrare in istituzioni deludenti, la politica, l’arma, l’esercito, i carabinieri, la marina…”.

C’era poi Aboulkheir Breigheche, portavoce dell'Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose, che mesi fa aveva ufficialmente invitato il predicatore radicale Tareq Suwaidan in Italia, da lui definito “persona illuminata, aperta, moderata”. In un’altra foto, scattata in un centro islamico di Trento, Breigheche compariva in gruppo assieme a Ismar Mesinovic e Munifer Karamaleski, due foreign fighters balcanici partiti per la Siria e Anass Abu Jaffar, predicatore marocchino residente nel bellunese, molto vicino ai due balcanici, “sfiltrato” in Marocco poco dopo l’emergere del caso Mesinovic.

Altre segnalazioni hanno poi portato alla luce ulteriori dettagli sui partecipanti al seminario, in particolare un’immagine condivisa su Facebook nel luglio 2014 da Souheir Katkhouda (presidente dell’Associazione Donne Musulmane in Italia, moglie del presidente del CAIM Maher Kabakebbji, nonché suocera di Sumaya Abdel Qader, la consigliera comunale meneghina eletta nella lista Sala) col disegno di un jihadista di Hamas armato e con sullo sfondo la bandiera palestinese e invocazioni islamiste. Del resto anche la madre di Sumaya, poch mesi fa, si era fatta prendere in castagna su Facebook con foto inneggianti a Hamas.

Vengono inoltre segnalate immagini condivise da un altro presente al seminario di Roma, sheykh Abu Abderrahmane, dove compaiono terroristi armati di Hamas, braccio palestinese dei Fratelli Musulmani, e dove si fa riferimento all’uccisione di soldati israeliani. In un post si legge: "Sei a Gaza, sei nel mirino di Hamas" (guarda la gallery). Abu Abderrahmane, egiziano attivo a Reggio Emilia, mostra inoltre sul proprio profilo Facebook l’immagine con le quattro dita, legata ai Fratelli Musulmani egiziani.

Dopo aver preso in considerazione tutti questi elementi, forse è lecito chiedersi se le Istituzioni fossero al corrente di tutto ciò, visto che erano presenti al seminario.

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