Cronache

L'ultimo scandalo delle Coop rosse: chiedono soldi per lavorare

I dipendenti costretti a versare 4mila euro per essere assunti da una cooperativa

L'ultimo scandalo delle Coop rosse: chiedono soldi per lavorare

L'ultimo scandalo legato alle Coop? Pagare per lavorare. Come racconta un'inchiesta del Corriere della Sera, in una cooperativa sociale di Padova la cifra da pagare è 4.000 euro. "Questa è la somma che la Codess, membro della Legacoop sociali, chiede ai propri dipendenti neoassunti", scrive il Corsera.

Come se non bastasse, la Codess richiede che i lavoratori divengano soci della cooperativa. Il tutto per un lavoro retribuito dai 600 ai 1.200 euro al mese. "Un socio lavoratore deve sborsare innanzitutto 3000 euro per comprare la propria quota sociale (molto salata rispetto a quanto chiedono le altre cooperative), soldi che vengono restituiti solo nel caso in cui il contratto di lavoro venga rescisso e il socio chieda di riavere indietro il proprio denaro. Altri 1000 euro devono invece essere versati alla Codess a fondo perduto (quindi senza possibilità di poterli mai rivedere), a titolo di tassa di ammissione soci. Niente paura, però, i 4000 mila euro non bisogna consegnarli subito e in contanti. La cooperativa li scala in piccole e comode rate mensili dalla busta paga", scrive il quotidiano di via Solferino, documentando il tutto con un video.

Ai soci lavoratori di Modena il “prelievo” dalla busta paga non è andato giù. Tramite la Cgil modenese hanno contestato i mille euro della tassa di ammissione soci e, dopo una lunga trattativa, la Codess ha preferito restituire i soldi ai dipendenti, evitando un processo davanti a un giudice. Quello emiliano è tuttavia l’unico caso di restituzione della tassa in Italia.

Il prelievo sulla busta paga degli altri lavoratori della Codess, per ora, continua.

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