Cronache

L'ultimo tabù: il ministro nudo a letto

L'ultimo tabù: il ministro nudo a letto

Sembra dire: «Te l'ho fatta!». I suoi begli occhi neri accennano a un sorriso appena sottolineato dalle labbra socchiuse, e diametralmente all'opposto (...)

(...) del suo volto c'è quello di Matteo Salvini. Lui dorme, ignaro del frastornante chiacchiericcio che quella foto da lì a poco avrebbe scatenato. In fondo, il ministro ne esce bene, e non è facile quando oggi il linguaggio della comunicazione per essere efficace deve provocare. La sua immagine pacioccona, nel trasmettere una certa dolcezza è stata il vero regalo d'addio da parte della signora Isoardi, molto più autentico e bello della frase poetica, un po' stucchevole e un po' patetica, che correda la fotografia.

Un Salvini che riposa dopo lo stress accumulato nel lavoro: una rappresentazione moderna del riposo del guerriero, accanto all'ancella sveglia e intrigante, per nulla disposta alle lacrime dell'abbandono. Che dipenda da lui o da lei l'abbandono, è irrilevante, perché è proprio il messaggio estetico comunicatoci da quella foto a risolvere l'interrogativo: dei due, chi se la passa bene è lei con quel sorrisetto furbo che lascia intendere una nuova visione della vita dove sembra non abitare il dolore. Interessante sarebbe conoscere l'accaduto al risveglio del guerriero. Per ora sappiamo che se la dorme beato: un'immagine molto più simpatica rispetto a quelle in cui vediamo il Salvini lancia in resta contro il nemico che spunta da ogni dove.

Ma presto sapremo ciò che sarà accaduto al suo risveglio. Troppo difficile resistere alle lusinghe dei social che determinano l'essenza metafisica dell'esistenza: «Sono nel social, dunque esisto».

Non sarà Salvini non ne ha bisogno a scendere in prima persona nell'arena della comunicazione via web: più facile che sia la signora Isoardi a regalarci una nuova puntata della love story infranta, tanto, la riservatezza è un concetto astruso come una formula matematica che spiega l'espansione dell'universo. Però ad ascoltare i commenti dei saggi, avremmo tutti nostalgia della riservatezza d'altri tempi.

Balle! Significa che avremmo nostalgia delle foto in bianco e nero dei politici con i pantaloni alla zuava in vacanza in montagna con moglie e figli perfetti a fianco? Nostalgia dei sussurri sulle vicende d'amore proibite del leader democristiano e di quello comunista, senza escludere tutti gli altri dell'arco costituzionale e no? Non facciamo gli ipocriti esattamente come loro.

Il chiacchiericcio, le foto più o meno rubate di questo o quel politico (che conta) sono cento volte più interessanti e lasciano intendere su di loro molta più verità dei noiosi, ripetitivi, prevedibili dibattiti politici televisivi dove tutto è scontato, proprio come le vecchie foto in bianco e nero di chi ci governava o stava all'opposizione.

Si osserva che la riservatezza di chi assume alte responsabilità politiche dovrebbe essere un dovere. E questo è giusto, ma solo in parte, perché è molto più corretto sul piano della comunicazione pubblica una foto con Salvini dormiente e la Isoardi sorridente, in cui si capisce tutto (o quasi) che, per esempio, le infinite illazioni sulla vita privata del presidente del Consiglio, che non lascia trapelare nulla sulle sue passioni.

Certo, si passa da un estremo all'altro. Il consiglio estetico suggerisce un'antica regola: «il vedo, non vedo», «il dico, non dico».

Ma è un'arte, come insegnava Ovidio, e a non tutti riesce con eleganza.

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