Cronache

L'uomo che sorvegliava Corona "Era minacciato da 'ndrangheta"

Il poliziotto che sorvegliava Corona nel 2016: "Aveva litigato con un certo Sculli, gli ho detto di denunciarlo"

L'uomo che sorvegliava Corona "Era minacciato da 'ndrangheta"

"Una buona parte del mio ufficio lavorava solo per lui". A parlare è il poliziotto che doveva sorvegliare Fabrizio Corona e controllare che seguisse le prescrizioni imposte dai giudici.

L'uomo è testimone nel processo in cui l'ex fotografo dei vip è imputato per avere nascosto al Fisco 2,6 milioni di euro tra il controsoffitto della sua collaboratrice Francesca Persi (coimputata) e alcune cassette di sicurezza in Austria. E racconta di minacce che il Corona avrebbe ricevuto dalla'ndrangheta. Nell’estate del 2016 lo stesso Corona gli si presentò "raccontando un litigio con un certo Sculli e un altro soggetto calabrese in un locale a Milano dove erano venuti alle mani".

"Mi disse che Sculli gli aveva chiesto una grossa somma, se non ricordo male 500mila euro, e lui gli aveva detto che non glieli avrebbe dati", ha spiegato il poliziotto, "Noi conosciamo Sculli, sappiamo che è un grosso malavitoso e ho ravvisato un tentativo di estorsione. Già due tre mesi prima eravamo intervenuti perché una persona comune aveva denunciato una mezza estorsione da parte di Sculli, perciò quando mi ha fatto quel nome non mi sono meravigliato".

Il protagonista della vicenda è Giuseppe Sculli, ex calciatore del Genoa, contro il quale Corona avrebbe dovuto sporgere denuncia. "Gliel’ho chiesto più volte", ha detto l'agente, raccontando di aver cercato di convincere il fotografo a rivolgersi alla magistratura, "Ma lui mi ha detto magari non succede più, aspettiamo. Conoscendo sia Sculli che Corona, ho comunque lasciato il mio cellulare a Corona dicendogli di chiamarmi immediatamente se Sculli si fosse rifatto vivo in modo che saremmo intervenuti facendo le nostre indagini ed evitandogli così di fare denuncia. In quella circostanza l’ho visto molto spaventato".

Una quindicina di giorni dopo, l’agente viene in effetti chiamato da Corona: "Mi raccontò che era scoppiata una bomba carta vicino a casa sua, gli dissi di chiamare immediatamente una volante".

Il dossier su quell’episodio, spiega il teste rispondendo alle domande dell’avvocato Luca Sirotti, passò poi in questura e se ne occupò la squadra mobile.

Commenti