Cronache

Il lusso da tagliare e la forma da rispettare

Il Papa ha detto quello che tutti si aspettavano dicesse un Papa che si chiama Francesco, gira in scarpe da tennis, vive in un'ostelleria e si porta la borsa da solo

Il lusso da tagliare e la forma da rispettare

Il Papa ha detto quello che tutti si aspettavano dicesse un Papa che si chiama Francesco, gira in scarpe da tennis, vive in un'ostelleria e si porta la borsa da solo. Il clero, ha detto, non domandi per sé «nulla che non vada oltre il reale bisogno».

In realtà questa affermazione sorprende più di quella, che ha fatto tanto scalpore, sull'amore verso gli animali. Che è giusto e sacrosanto, per non dire doveroso, ma che non è paragonabile a quello che si dovrebbe provare nei confronti dei nostri simili. Se qualcuno si è scandalizzato o, addirittura, offeso, è perché ritiene che nemmeno un Papa dovrebbe impicciarsi dei suoi rapporti con Fuffy o se gli stanno a cuore le sorti di Boby più di quelle del ragionier Rossi della porta accanto. Ma di certo Francesco ha il diritto e il dovere di dire un'ovvietà del genere, anche se cozza contro il sentire di molti.

Quello che sembra un chiaro invito al pauperismo, invece, è meno ovvio, anche se nella percezione comune il clero dovrebbe - «deve» - essere povero, per dare tutto agli altri. Non occorre essere mangiapreti per farsi venire un primo pensiero: la stessa Chiesa, il Vaticano, non sono né «semplici» né «essenziali», hanno ricchezze immense in tesori d'arte, edifici e anche in denaro contante. Quello stile di vita «semplice ed essenziale» che il Papa raccomanda ai suoi sacerdoti, non dovrebbe riguardare anzitutto - allora - l'intera struttura della Chiesa? Vendere ogni cosa, dare ai poveri, dovrebbe essere il passo successivo di Francesco. Può persino darsi che lo (...)

(...) faccia, da lui ci si aspetta di tutto, ma il discorso del Papa sarebbe più convincente se partisse dai beni del Vaticano, prima che dal proprio esempio personale e da quello che dovrebbero dare i sacerdoti.

Poi, anche senza andare così a fondo del problema, c'è un aspetto pratico, concreto, da tenere in considerazione. È vero che scandalizzano gli appartamenti alla cardinal Bertone (cui giustamente vengono attribuiti «Gli Attici degli Apostoli»), ma è pur vero che in qualsiasi istituzione la gerarchia del comando deve prevedere che, a seconda del grado, si goda di benefici che permettano di esercitarlo senza preoccupazioni contingenti, quel comando. E che un cardinale non può essere tenuto a vivere in un bilocale al Testaccio, se deve esercitare una funzione direttiva e di autorità. Né, forse, sarebbe saggio che i sacerdoti debbano lavare i pavimenti delle chiese e procacciarsi il cibo, se devono assistere le anime. Riesco appena ad immaginare quanto sia difficile e impegnativo assistere un'anima - se proprio ce n'è bisogno - non avendo altre preoccupazioni. Figurarsi dovendo preoccuparsi della spesa.

Giordano Bruno Guerri

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