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A M5s piace l'intelligenza artificiale perché hanno sdoganato la stupidità

Il guru fa l'elogio dell'intelligenza artificiale in politica: deve aver visto i suoi all'opera...

A M5s piace l'intelligenza artificiale perché hanno sdoganato la stupidità

I robot (grillini) al potere e gli umani tutti a casa a (soprav)vivere con le briciole del reddito di cittadinanza. Davide Casaleggio, figlio dello scomparso Gianroberto, ama più le macchine che gli uomini, preferisce i chip ai cervelli, la fibra ottica alla carne, la perfezione del calcolo dei computer alla fallibilità umana. E ci sarebbe anche da capirlo e compatirlo, povero Davide, se non fosse l'ideologo disumanizzante di un movimento che vorrebbe governare un Paese. Un Paese fatto di uomini e non di macchine, almeno per il momento.

Ieri, in una lunga intervista al Quotidiano Nazionale, ha parlato di politica senza dire nemmeno una parola di politica. Casaleggio si spaccia per l'uomo del dopodomani e quindi non può sporcarsi con le questioni pedestri dell'oggi. Così ha filosofeggiato per due pagine sulla grande sfida dell'intelligenza artificiale, sul futuro fantascientifico, ma non troppo, in cui «i robot siederanno nei consigli di amministrazione». E capite bene che, essendo il deus ex machina del Movimento 5 Stelle, ci vuol poco a immaginare che voglia far entrare l'intelligenza artificiale anche in politica.

Il paradosso è che al momento la creatura della Casaleggio Associati ha portato in politica stupidità naturale più che intelligenza artificiale. Certo che Casaleggio sogna un futuro di robot artificialmente intelligentissimi che non sbagliano nemmeno un colpo. Provate voi a farvi una giornata da Casaleggio, a stare al telefono ore con Di Maio che confonde il Cile con il Venezuela, che sbaglia i congiuntivi come un Filini qualsiasi, che dice alter ego al posto di omologo e spara numeri a caso su pensioni e reddito di cittadinanza. Poi, il povero Casaleggio, accende la tv e si trova Grillo che a reti unificate dice che «Lagos, la capitale della Nigeria, è una città bella come Las Vegas». Peccato che Lagos non sia la capitale della Nigeria e soprattutto sia una specie di discarica a cielo aperto. Ma, si sa, l'uomo è fallibile. Provate voi a lavorare con collaboratori che parlano di sirene, scie chimiche, scrivono Pino Chet al posto di Pinochet, postano bestemmie nel sacro blog del comico genovese ed esordiscono a Montecitorio dicendo: «Sarò breve e circonciso» (è successo davvero, lo ha detto l'onorevole Davide Tripiedi, alla Camera dei deputati, nel marzo del 2014).

Provateci e poi vi metterete ad abbracciare tablet e baciare i server come fossero oracoli, fuggendo dalla stupidità reale verso paradisi di intelligenza artificiale. Il problema, però, è che Casaleggio è serio, probabilmente visionario e sicuramente delirante. Lui sogna un domani nel quale ci saranno «automi umanoidi e algoritmi che selezionano il personale». Nel frattempo si diverte a teleguidare dal suo ufficio di Milano le sue truppe di umanoidi a Cinque Stelle. E prima o poi al posto di Di Maio ci troveremo un computer. Per lui è un sogno. Ma quella che sembra una distopia da fantascienza per noi rischia di diventare un incubo.

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