Cronache

Macron fa il bullo: "Salvini non conta niente"

A Parigi il premier Conte non difende il suo ministro

Macron fa il bullo: "Salvini non conta niente"

Sugli immigrati il premier Giuseppe Conte incassa il plauso di Trump e Macron e gonfia il petto come un pavone. Complimenti, ma di belle parole in questi anni ne abbiamo sentite molte, troppe. E più ci facevano complimenti, più i vertici internazionali si concludevano con larghi sorrisi e pacche sulle spalle come tra vecchi amici, più i clandestini sbarcavano in Italia senza problemi. La politica delle parole ieri ha fatto tappa all'Eliseo, il palazzo del potere francese dove Conte ha incontrato Macron. Non hanno deciso nulla ma al termine erano molto contenti. In realtà una notizia c'è ed è questa: per il presidente Macron Matteo Salvini non conta nulla, perché «le strategie e gli accordi europei si fanno tra capi di Stato e di governo» e non con sottoposti, qual è un ministro degli Interni.

A questa osservazione Conte ha annuito, e formalmente la cosa non fa una piega. Macron è un arrogante e ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe con i populisti, sia pure d'Oltralpe. Ma il presidente francese andrebbe informato che - detto con rispetto - il nostro premier non è stato eletto ma prescelto, differenza non secondaria. E che Matteo Salvini è uno dei due suoi azionisti di maggioranza con potere di veto. Detto in altre parole: sull'immigrazione o Conte fa come dice Salvini oppure va a casa.

Può essere che a lungo andare Conte pensi di essere davvero il primo ministro e non il portavoce di Di Maio e Salvini, farebbe parte della natura umana. Ma rischierebbe, perché Salvini mi sembra un po' come Zamparini, l'eclettico presidente del Palermo calcio che non ammettendo battute di arresto della sua squadra, nell'arco del campionato cambia più allenatori che cravatte.

La morale è che Macron non vuole Salvini tra i piedi. E ci credo, sai che pacchia i vertici con il professor Conte, che escludo nei colloqui gli ricordi che cosa la Francia ha fatto e fa con gli immigrati che bussano alla sua porta. Perché il paradosso di questa storia è che Macron sugli immigrati è ben più rigido e intransigente di Salvini. Solo che essendo di sinistra può farlo con la benedizione dei benpensanti. Se radical chic, il razzismo non fa paura. Anzi è à la page, di moda.

Come Macron.

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