Cronache

Madre allontanata dalla mostra perché voleva allattare il figlio: "Niente cibi e bevande"

Una giovane madre è stata allontanata da un convegno perché non poteva allattare suo figlio di cinque mesi in pubblico. "Altro che Fertility Day, bisognerebbe guardare cosa succede una volta che i bambini sono nati"

Madre allontanata dalla mostra perché voleva allattare il figlio: "Niente cibi e bevande"

Ha chiesto se poteva sedersi ad allattare al seno suo figlio di cinque mesi ma si è sentita rispondere che non era possibile per il divieto "di introdurre cibi e bevande".

La storia di Chiara Cretella è davvero assurda. L'assegnista di ricerca dell'Università di Bologna, lo scorso 14 dicembre, si trovava a Palazzo d'Accursio (Bologna) per un convegno contro la violenza di genere. "La Cappella Farnese dove si teneva l'incontro era gelida, io ero lì con il mio bimbo di cinque mesi - spiega la donna a Repubblica - così mi sono spostata nella sala attigua. Era l'unica riscaldata e ho provato a sedermi per allattare, ma il custode che sorvegliava le opere d'arte lì esposte mi ha detto che non potevo perché non si possono introdurre cibi e bevande nei locali della mostra".

"Io dovevo prendere la parola per parlare di discriminazioni di genere, ironia della sorte, ma mio figlio aveva bisogno di mangiare altrimenti sarebbe stato impossibile per me portare a termine l'intervento - continua Chiara -. Non mi è stato possibile perché il custode che sorvegliava le opere d'arte lì esposte mi ha fatto presente il divieto di introdurre cibi e bevande. A quel punto il papà del bambino, che era con me, si è alterato, ha cominciato a discutere, alla fine ho lasciato perdere. Gli ho solo risposto che era evidente che lui non avesse figli, se non capiva la mia esigenza".

Chiara, a quel punto ha fatto, il giro del Palazzo e ha trovato "rifugio" nelle sale dei piani superiori: "Lì ci sono diversi quadri con Madonne che allattano e così ho pensato che non potessero impedirmelo - dice la giovane mamma - infatti una pensionata volontaria dell'Auser mi è venuta incontro e me lo ha permesso".

Chiara Cretella, visto il trattamento subito, ha deciso di sollevare il problema e ha raccontato il fatto perché pensa che a parte il caso specifico ci sia un problema culturale più generale: "Il fatto che ci si debba nascondere per allattare mostra chiaramente il fatto che la maternità non è più un valore spendibile, anche in una città molto avanzata come Bologna. La mentalità che ci sta dietro è quella che poi porta al mancato sostegno della maternità. Io ho un figlio di cinque mesi, lo devo portare al lavoro con me perché il bando dell'asilo nido uscirà solo il prossimo giugno e comunque l'allattamento al seno è consigliato da tutte le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità. Se manca la cultura di questo gesto, che è sia d'affetto che di salute per la mamma e per il bambino, è perché attorno a noi non vediamo più persone che allattano. Le bimbe non vedono nessuno che compie questo gesto e così si perde l'abitudine a considerarlo naturale.

Altro che Fertility Day, bisognerebbe guardare a cosa succede una volta che i bambini sono nati".

Commenti