Cronache

Maestre condannate per maltrattamenti, per la Cassazione processo da rifare

Nel mirino i comportamenti vessatori nei confronti di tredici minori, fino a 3 anni di età, costretti a subire "mortificazioni" e “intimidazioni". In gran parte si tratta di vessazioni psicologiche nei confronti dei piccoli studenti

Maestre condannate per maltrattamenti, per la Cassazione processo da rifare

Assolte in primo grado e condannate in Appello: per la Cassazione, però, il secondo grado è tutto da rifare. Poche parole per riassumere l’odissea giudiziaria di due maestre, in servizio all’asilo “Pio Più”, di Sanremo: Roberta Reginato, 52 anni, e Pamela Pirisi, 30 anni, accusate di maltrattamenti nei confronti di minori. I fatti risalgono al periodo tra il 2009 e il 2014.

Nel mirino i comportamenti vessatori nei confronti di tredici minori, fino a 3 anni di età, costretti a subire "mortificazioni" e “intimidazioni". In gran parte si tratta di vessazioni psicologiche nei confronti dei piccoli studenti minacciati con frasi del tipo: "Ti taglio le mani" oppure "Vi stacco la testa”. E ancora l’episodio di un bambino che sarebbe stato lasciato per quaranta minuti senza acqua, colpevole di non avere pronunciato correttamente la parola grazie. A ciò si aggiungono alcuni schiaffi sulla testa, sulle gambe o sul sedere.

Assolte in primo grado dal tribunale di Imperia “perché il fatto non sussiste”, il pubblico ministero Barbara Bresci impugna la sentenza e il 22 marzo del 2018, c’è il verdetto. La Seconda Sezione penale della Corte di Appello di Genova condanna Reginato a 10 mesi e 20 giorni e Pirisi a 7 mesi e 3 giorni di reclusione; oltre al risarcimento di duemila euro a ciascuna delle parti civili. Ora un nuovo colpo di scena.

La Cassazione, per ovvi motivi di diritto (che saranno illustrati nelle motivazioni), cancella il secondo grado e dispone il rinvio degli atti ad altra sezione della Corte di Appello. Stando a quanto contenuti negli atti di accusa, sembra che i bambini fossero costretti a stare seduti a tavola in maniera talmente composta, da non potersi neppure muovere. Ma non è tutto. Dovevano anche terminare il cibo nel piatto.

In caso contrario, venivano imboccati a forza, tanto da provocare loro conati di vomito e se, per caso, sputavano il cibo, questo veniva raccolto e rimesso in bocca a forza.

Commenti