Cronache

Mafia, otto arresti in Lombardia

Scoperta una rete di società attive nei servizi che operavano in nero per mantenere in latitanza diversi esponenti di Cosa nostra. In manette anche la figlia e il genero di Mangano

Mafia, otto arresti in Lombardia

Sono state arrestate otto persone per associazione mafiosa, estorsione, false fatturazioni, favoreggiamento e impiego di manodopera clandestina. L'operazione è scattata questa mattina in Lombardia ed è volta a contrastare l’infiltrazione di Cosa Nostra nei settori della logistica e dei servizi in diverse province lombarde. Tra gli arrestati ci sono anche la figlia e il genero di Vittorio Mangano, ritenuto dagli investigatori ai vertici del mandamento di Porta Nuova a Palermo e deceduto nel luglio del 2000.

Nell’inchiesta emergono anche rapporti tra uno degli arrestati, Giuseppe Porto, e Gianni Lastella, un ex finanziere ed ex "consulente" per "il Ministero per l’attuazione del programma di Governo": il primo si sarebbe prodigato in vista delle elezioni comunali di Milano nel 2011 in cui l'ex Fiamma gialla si è presentato come candidato consigliere Pdl. Porto, inoltre, era coinvolto anche nella vicenda che ha portato all'arresto dell'ex assessore regionale Domenico Zambetti.

Decine di agenti della Sezione criminalità organizzata della polizia sono entrati in azione all’alba nelle province di Milano, Cremona, Lodi e Varese perquisendo le sedi di diverse cooperative e società accusate di false fatturazioni e sfruttamento della manodopera per realizzare profitti a partire dal 2007. In corso anche il sequestro di molti beni degli arrestati in esecuzione di un provvedimento del Tribunale richiesto dal Pm Alessandra Dolci, sempre della Direzione distrettuale antimafia milanese. Le indagini
hanno individuato una complessa rete di società cooperative attive nella logistica e nei servizi che mediante false fatturazioni e sfruttamento della manodopera hanno realizzato profitti in nero dal 2007.

Secondo l’accusa parte dei profitti veniva utilizzata per sostenere esponenti di Cosa Nostra detenuti o latitanti, mentre un’altra veniva reinvestita in altre attività imprenditoriali in Lombardia.

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