Cronache

"Il male ha perso". Se una mamma non odia il mostro

"Il male ha perso". Se una mamma non odia il mostro

Qualcuno, più d'uno, penserà che il dolore troppo grande le abbia annebbiato la coscienza. Ci sono pesi che le forze umane non possono sostenere e l'uccisione di due bambine, con i loro visi allegri da incorniciare, è una di quelle sciagure cui pare impossibile sopravvivere. Sì, si può andare avanti, ma carichi di rabbia, di rancore, di odio, e con dentro quell'angoscia per le figlie massacrate dal padre che ti tira giù come un mulinello maligno, sempre più giù, nel buio più profondo. E impenetrabile.

Ma Antonietta Gargiulo, la mamma di Martina e Alessia, i pesi li sta portando. Eccome. Non sembra anestetizzata dalla sofferenza, non è nemmeno in fuga verso vaghe promesse ultraterrene, non blatera di perdono a comando. Ha il cuore gonfio come solo una madre e però della madre non ha perso la tenerezza, la dolcezza, la capacità di volere e anzi di generare il bene. Vaneggia?

Forse la moglie sfortunata del carabiniere di Latina ha avuto il privilegio, o la fortuna, o la grazia, chiamiamola pure così, di incontrare quell'avvenimento che è il cristianesimo. Che non è una favola per spiriti sensibili e non è neppure una teoria o una dottrina, ma l'incrocio con la persona di Gesù Cristo, vissuto duemila anni fa, ma presente, in modo misterioso ma concreto anche oggi. E in grado, come una bussola ultrasensibile, di orientare l'umanità in direzioni prima sconosciute. Sì, è una sfida che interroga ciascuno di noi. Quei pochi che rispondono e la prendono sul serio ci mettono in crisi, perché sconvolgono i nostri fragili parametri, superano le nostre misure, affrontano in modo diverso anche le nostre peggiori paure. «La mia vita qui è un miracolo - grida lei - e ringrazio Dio ogni istante, il vero miracolo ancora è l'amore che ha circondato me e soprattutto le bambine». Parole sconvolgenti e insieme lucide, perché la mamma trafitta riconosce dentro la realtà, per lei così terribile, i segni di quella presenza più grande, un affetto e un calore più forti di tutto, un'umanità che non è morta con le figlie e che avvolge Martina e Alessia con un abbraccio che non finirà più. Il cristianesimo, non quello sdolcinato di troppi oratori, non è un elisir consolatorio, ma l'inizio di un altro mondo dentro questo mondo. Oggi, in mezzo alle sciagure, ai lutti e alle contraddizioni. Dopo la notte scura del Venerdì santo, arriva la Pasqua.

Successe in Palestina, è accaduto a una madre straziata, può succedere a ciascuno di noi.

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