Cronache

Manifestazioni in 40 città per dire no a Green Hill: "Chiudere l'allevamento"

Da Milano a Roma, in 40 città gli attivisti sono tornati in piazza aderendo alla giornata nazionale di protesta organizzata da "Occupy Green Hill"

Manifestazioni in 40 città per dire no a Green Hill: "Chiudere l'allevamento"

La liberazione di decine di cani beagle dall’allevamento Green Hill di Montichiari, altrimenti destinati alla vivisezione o alla sperimentazione nei laboratori scientifici, ha incoraggiato il movimento spontaneo che chiede la chiusura di Green Hill. In oltre quaranta città italiane, fra cui Brescia, Milano e Roma, gli attivisti sono tornati in piazza aderendo alla giornata nazionale di protesta organizzata da "Occupy Green Hill". Il loro obiettivo è chiudere l'allevamento lager. E lo chiedono a gran voce, con presidi, banchetti, raccolta di firme. E sabato 16 giugno si terrà un'altra manifestazione nazionale, a Roma, contro la vivisezione.

Gli anti vivisezionisti sono tornati a farsi sentire oggi, termine ultimo per la presentazione alla XIV Commissione del Senato degli emendamenti alla legge comunitaria del 2011. L’inizio del voto è previsto per giugno: se la norma non verrà modificata potrebbe portare alla chiusura di Green Hill. In caso di approvazione l’azienda ha già annunciato un ricorso all’Unione europea. "Dalle piazze ai palazzi della politica: quella di oggi è veramente l’ultima chiamata sul caso Green Hill. E confido che i colleghi senatori ascolteranno la richiesta che arriva con tanta chiarezza dai cittadini", ha dichiarato l’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.

Anche oggi i manifestanti hanno chiesto, a gran voce, che venga approvato il testo dell’articolo 14 della legge comunitaria 2011 così com’è uscito dalla Camera, cioè con modifiche restrittive rispetto alla direttiva europea 2010/63 sull’uso di animali per scopi scientifici. Tra le modifiche c’è anche la norma  che prevede il divieto di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e primati destinati ai laboratori e l’obbligo di ricorrere all’anestesia durante gli esperimenti. La stessa Brambilla adesso confida nella Commissione politiche dell’Unione Europea del Senato affinché ascolti "gli italiani che chiedono diverse tutele per gli animali e che non vogliono più la presenza di una fabbrica di morte come Green Hill nel nostro Paese". Negli ultimi mesi una parte sempre crescente dell'opinione pubblica si è schierata contro la vivisezione e a favore di chi da anni lotta contro Green Hill, e contro tutti i lager italiani ed europei in cui si pratica la vivisezione, o si allevano animali per destinarli ai laboratori.

Quello che è accaduto lo scorso 28 aprile, con la liberazione di oltre settanta cani da Green Hill, è il sintomo che la chiusura di questo lager non è più demandabile e che occorre iniziare subito un percorso che porti presto l'Italia a considerare la vivisezione solo un brutto ricordo di un passato nero, e non il presente della ricerca.

Proprio per questo il 16 giugno, a Roma, ci sarà un'altra grande manifestzione.

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