Cronache

Marino trascrive le nozze gay: aria di festa in Campidoglio

Scatti e mini-bouquet per gli sposi, striscioni contro il ministro degli Interni. Alfano: "Il sindaco ha firmato autografi". E Renzi: "Testo governo subito dopo le riforme"

Marino trascrive le nozze gay: aria di festa in Campidoglio

È composta da Marilena Grassadonia e Laura Terrasi la prima coppia gay ad essere ufficialmente sposata a Roma. È iniziata oggi, infatti, la trascrizione dei matrimoni celebrati all'estero da parte del sindaco Ignazio Marino.

"Ci siamo sposate a Barcellona nel 2009 e stiamo insieme da 18 anni", racconta Marilena, "Io sono ingegnere al Comune di Roma e Laura è la mia compagna". Le due sono arrivate in Comune con i tre figli: "Siamo venute con i nostri figli. È una giornata importantissima, un gesto politico importantissimo, di civiltà e di rispetto per le nostre famiglie. Un riconoscimento pubblico". Intorno a loro c'è aria di festa: tra scatti e tradizionali bouquet gli sposi e le spose sono circondati da parenti e amici. Tra chi attende il proprio turno ci sono Nestor e Marco, anche loro sposati a Barcellona nel 2009: "È un giorno molto importante un traguardo per l’Italia, e ci sentiamo meno clandestini", raccontano. E c'è Aurelio Mancuso. presidente di Equality Italia, venuto "a nome del Pd di Roma di cui sono responsabile diritti, in segno di sostegno pieno al sindaco e, a nome dell’associazione".

Sono sedici in tutto le coppie in lista per la trascrizione. Una scelta contestata dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro che ha ribadito che inviterà immediatamente il sindaco alla cancellazione delle nozze. "Se non dovesse procedervi, provvederà all’annullamento delle stesse secondo le prescrizioni di legge". "Il sindaco Marino ha firmato trascrizioni per nozze gay. Ribadisco per l’attuale legge italiana ciò non è possibile", dice Angelino Alfano su Facebook, "La firma di Marino non può sostituire la legge: ha fatto il proprio autografo a queste rispettabilissime coppie".

E non mancano le tensioni in Campidoglio. Il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, ha infatti esposto un cartello per sostenere la campagna #DimettiamoAlfano: "Il Viminale non può essere un organo di polizia contro i gay e contro i sindaci", afferma. Contemporaneamente esponenti del Nuovo Centrodestra hanno organizzato un flashmob per contestare la decisione del Comune di Roma. I manifestanti - in un primo momento bloccati dalla polizia municipale - hanno gridato slogan come "Marino campione dell’illegalità" e si sono visti rispondere con "Andatevene a casa", "Via i fascisti", "Buffoni". "Piazza del Campidoglio è stata concessa dalla Questura a una manifestazione di estrema destra non autorizzata", denunciano il Gay Center e e Arcigay.

Proteste anche dal vicariato di Roma: "Una scelta ideologica, che certifica un affronto istituzionale senza precedenti", attacca nel suo editoriale Angelo Zema, responsabile di Roma Sette (il settimanale della diocesi di Roma), "Una mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico".

In serata il premier Matteo Renzi è intervenuto sul tema annunciando che il governo farà una legge per il riconoscimento delle unioni civili seguendo il modello tedesco. Il tutto verrà fatto "un

538em;"> minuto dopo" la seconda lettura della legge elettorale e della riforma costituzionale, in discussione ora a Senato e Camera.

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