Cronache

Marocchina a colloquio dal fratello in carcere con droga nelle parti intime

Per la donna è così scattata una denuncia all’autorità giudiziaria. Non è la prima volta che approfittano dei colloqui per allungare qualche dose ai propri familiari. Nel dicembre scorso, c’era stato un altro tentativo di introdurre della droga in carcere, sempre a Sanremo

Marocchina a colloquio dal fratello in carcere con droga nelle parti intime

Presentandosi all’ingresso del carcere di Sanremo col figlioletto nel passeggino, una giovane donna marocchina pensava di farla franca, al momento di entrare nell’ufficio colloqui, dove avrebbe dovuto incontrare il fratello detenuto. Era forse convinta che gli agenti, alla vista di una mamma col bambino, le avrebbero riservato una corsia preferenziale.

Invece quel suo fare così poco sicuro, a tratti spaventato, ha richiamato l’attenzione di un agente della polizia penitenziaria, che a quel punto ha contattato le colleghe della sezione femminile per procedere a un controllo. L’esito è stato positivo: la donna, infatti, aveva nascosto nelle parti intime alcune stecche di hascisc, che avrebbe dovuto cedere al fratello durante il colloquio.

Per la donna è così scattata una denuncia all’autorità giudiziaria. Non è la prima volta che approfittano dei colloqui per allungare qualche dose ai propri familiari. Nel dicembre scorso, c’era stato un altro tentativo di introdurre della droga in carcere, sempre a Sanremo.

"L'episodio riporta alla ribalta la questione della sicurezza nelle carceri liguri, che non può fare a meno della polizia penitenziaria e da qui la necessità di potenziare l’organico, visto i ripetuti tentativi di introdurre stupefacenti - afferma il segretario regionale ligure del Sappe, Michele Lorenzo -. Ricordiamo, ad esempio, Marassi, a Genova, dove più volte abbiamo sequestrato della droga lanciata dalla strada, nel cortile del carcere.

Sono sempre più strategiche le metodologie per cercare di eludere i controlli, per questo è necessario aumentare il livello di attenzione, dando più strumenti alla polizia penitenziaria".

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