Cronache

La Masseria dei boss è rinata: ​"Ma lo Stato lento non ci aiuta"

Il comune di Cisliano attende ancora l'assegnazione definitiva de La Masseria, bene confiscato al clan Valle. Il sindaco: "Così ci lasciamo sfuggire molte possibilità per i cittadini"

La Masseria dei boss è rinata: ​"Ma lo Stato lento non ci aiuta"

La Masseria di Cisliano è rinata grazie al lavoro dei volontari: tre dei quattro appartamenti presenti sono stati ristrutturati e oggi ospitano famiglie sfrattate in temporaneo stato di bisogno. Il bene confiscato al clan dei Valle si estende per novemila metri quadrati e si compone di due sale ristorante, pizzeria, cucina, stalle, piscina e una taverna dove in passato venivano torturati gli imprenditori che non pagavano.

Tanto è stato fatto dai volontari, dalla Caritas Ambrosiana e da Libera. Tanto ancora c’è da fare. "Faccio un appello affinché si possa arrivare al più presto ad un'assegnazione definitiva de La Masseria. Siamo riusciti a riappropriarci di un bene che era stato conquistato dalla malavita. E ora rischiamo di gettare via tutti gli sforzi compiuti in un anno". Luca Durè, sindaco di Cisliano, da fine 2014 si batte al fianco dei volontari per dare nuova vita alla Masseria e per restituirla ai cittadini. "Solo con l'assegnazione definitiva - spiega - possiamo compiere il salto di qualità che ci garantirebbe il completo recupero del bene. I tempi sono fondamentali. Ma anche lo snellimento della burocrazia: si tratterebbe di un aiuto di cui hanno bisogno tutti i beni confiscati in Italia".

In attesa dello Stato, non è possibile usufruire di finanziamenti e fondi (come quelli regionali ed europei) per realizzare l’ambizioso progetto del sindaco e di don Massimo Mapelli della Caritas: far sì che La Masseria torni a dare lavoro, "questa volta regolare e pulito".

"Nel lungo periodo pensiamo – spiega don Massimo - che una cooperativa sociale possa gestire il ristorante pizzeria, utilizzando i prodotti del Parco agricolo Sud Milano in cui ci troviamo. E che sul piazzale, che fa da parcheggio alla struttura, possa sorgere anche un mercato che venda gli stessi prodotti a km0".

"Ci sono passate davanti tante possibilità - sottolinea il sindaco Durè – che non abbiamo potuto cogliere proprio a causa della mancata assegnazione definitiva e delle lungaggini dello Stato".

L’eccessiva burocrazia e i tempi infiniti sono tra le cause principali dell’abbandono di troppi beni confiscati alle mafie. Nel sud – ovest di Milano, si conta un bene immobile confiscato ogni mille abitanti. Ma di questi soltanto il trenta per cento è stato assegnato ed è riutilizzato. Molti sono dimenticati: le stesse amministrazioni non ne conoscono l’esistenza. "In questo caso vincono le mafie", sottolinea Davide Salluzzo, dell’associazione La Barriera di Vigevano. "Ricordiamoci che la confisca e l’utilizzo dei beni arriva da un’intuizione che è costata la vita a Pio La Torre. Lui sosteneva che per sconfiggere le mafie dobbiamo impoverirle, portandogli via quello che non è loro, quell’arricchimento illecito accumulato con le attività criminali".

Tra l'altro i centocinquanta beni che, in Lombardia, sono stati assegnati e riutilizzati hanno contribuito a creare in media 2,5 posti di lavoro ciascuno: "È una possibilità di sviluppo economico lecito che dà risposte a chi è stato impoverito dalle mafie. La confisca dei beni permette di far rientrare delle risorse sottratte al bilancio dello Stato, che devono essere impiegate per dare risposte a chi non ha diritti. L’accoglienza che don Massimo sta realizzando a La Masseria è un’eccellenza".

L’avventura dei volontari al noto ristorante – pizzeria di Cisliano è iniziata quando, a fine 2014, dopo la confisca definitiva del bene, in molti si sono resi conto che l’immobile era oggetto di piccole e grandi opere di danneggiamento. "Il messaggio era chiaro – spiega don Massimo –, era un po’ come dire: siccome non è più nostro, non sarà più di nessuno. Per questo, insieme con altre associazioni e con l’appoggio dell’amministrazione comunale, abbiamo deciso di avviare un presidio permanente a tutela del bene”.

Solo dopo l’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha preso in considerazione il caso de La Masseria. Per l’assegnazione provvisoria c’erano problemi burocratici. Per ovviare, si è deciso di assegnare il bene al comune in comodato d’uso gratuito.

Parte del bene è stato ristrutturato dagli instancabili volontari che, a partire da oggi, 27 giugno, hanno organizzato i campi di lavoro e formazione "Scegli da che parte stare", rivolti a ragazzi dai 14 anni in su. Chi vuole partecipare può scrivere a unacasaancheperte@gmail.

com, o telefonare al 3356753130.

Commenti