Cronache

Mattarella visita Ischia: "Hanno impedito alla polizia ​di farsi riconoscere"

La protesta del Coisp, sindacato di Polizia: "I poliziotti in servizio a Ischia in abiti civili si sono dovuti far trovare senza placca identificativa"

Mattarella visita Ischia: "Hanno impedito alla polizia ​di farsi riconoscere"

Sergio Mattarella era oggi a Ischia, in quell'isola che solo una settimana fa ha tremato e ucciso due persone, provocando un terremoto di polemiche su abusivismo e costruzioni antisismiche. Il Presidente della Repubblica ha visitato Casamicciola Terme e non ha lesinato promesse: "Non vi abbandoneremo", ha detto agli abitanti che si sono difesi dalle accuse: "Non siamo un popolo di abusivi". A polemica, però, si somma polemica. E Mattarella ora avrà un'altra gatta da pelare.

A protestare questa volta è il sindacato di polizia Coisp, per voce del segretario generale partenopeo Giuseppe Raimondi: "All’arrivo ad Ischia del nostro Presidente della Repubblica - attacca Raimondi - i poliziotti in servizio con abiti civili si sono dovuti far trovare senza placca identificativa. Siamo stanchi di essere trattati in questo modo . Si chiede la protezione delle Forze dell’Ordine ma allo stesso tempo si vieta di mostrarsi in pubblico complicando ancora di più il lavoro di protezione da parte del personale impiegato a tutela delle autorità".

Non è la prima volta che gli agenti lamentano un simile trattamento. Alcuni mesi fa aveva provocato scalpore una situazione simile, protagonista però Laura Boldrini, "colpevole" di aver fatto "nascondere" gli agenti per evitare che la gente la vedesse con la scorta. Questa volta la situazione è diversa, ma per il Cosp ugualmente grave: "Arrivare a chiedere di togliere anche la placca identificativa al personale che espleta servizio in borghese - aggiunge il sindacalista - è veramente intollerabile. Non so chi abbia impartito questo ordine, ma chiunque l'abbia fatto è bene che sappia che i Poliziotti non vogliono più prestarsi alle esigenze di immagine, nascondendosi dietro gli anfratti per tutelare il politico di turno o come in questo caso il Presidente della Repubblica, i quali vorrebbero presentarsi come cittadini comuni, pronti a scendere tra la gente, ma in realtà vengono sempre accompagnati da decine e decine di uomini di scorta".

Secondo Raimondi non è solo questone di bon ton. Ma anche di sicurezza. "Il nostro compito primario è questo - dice - Il solo fatto di vedere una persona in divisa o con la placca identificativa tranquillizza il cittadino sentendosi sicuro e protetto.

Siamo davvero all’assurdo: non soltanto siamo costretti ad assicurare i servizi di scorta alle massime cariche istituzionali in situazioni critiche, tra l’altro dispendiosi sia dal punto di vista dell’impiego del personale che da quello economico, ma la beffa è che veniamo anche considerati con superficialità e disprezzo proprio da quello Stato che dovrebbe amarci come i propri figli e non sentirsi in disagio con la nostra presenza".

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