Cronache

Matteo non sa più chi comprare

Siamo al paradosso che la maggioranza se la prende con l'opposizione per il fatto di non essere più maggioranza. Nell'estenuante, e ormai stucchevole, dibattito in Senato sulla legge per le unioni omosessuali emerge per la prima volta in modo plateale che Matteo Renzi non dispone più di una maggioranza autonoma. In realtà non l'ha mai avuta, ma come è noto, strada facendo se l'è comprata arruolando nella sinistra gente come Verdini, Bondi e compagnia. Compra oggi, compra domani, gli scaffali ora sono vuoti e quel che forse è rimasto in magazzino costa troppo anche per uno spendaccione come Renzi, rimasto a corto di soldi, cioè di poltrone e incarichi ben retribuiti con cui convincere bisognosi e accattoni.Invece di prendere atto della realtà, il Pd se la prende con i grillini, rei di non aver voluto fare da stampella come accadde, per esempio, per la nomina dei giudici costituzionali. Niente grillini, niente maggioranza e qui arriva in soccorso il presidente del Senato Grasso che invece di far giocare la partita e condannare il Pd a una sconfitta certa, fischia anzitempo l'intervallo. Tutti negli spogliatoi a curarsi le ferite e riorganizzare le file. Il secondo tempo lo si giocherà tra qualche giorno, nella speranza che durante la pausa rigenerante qualcuno del fronte avverso si venda la partita.Per molto meno restando in tema calciatori e allenatori di fama sono finiti chi rovinato chi alla sbarra. Qui no, in Parlamento tutto è possibile e tutto resta impunito. Avete presente, per esempio, la legge sul licenziamento dei dipendenti pubblici assenteisti? Ecco, sarà votata da senatori che stanno a casa in mutande, esattamente come il vigile di Sanremo, e che per non perdere la diaria fanno timbrare il cartellino dal collega. Così siamo ridotti, e questo perché in questa legislatura nessuno risponde più agli elettori ma solo ai capibastone. Mi sorprende che il presidente Mattarella assista a questo scempio in rigoroso silenzio. Qualcuno lo avvisi che il governo non ha più una maggioranza parlamentare che lo sostenga.

Due chiacchiere con Renzi, forse, sarebbero opportune.

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