Cronache

Mauri (Dekra Italia): «Le Pmi italiane ora voltino pagina»

L'ad del gruppo tedesco: «Pronti ad acquisizioni ma ci scontriamo con realtà non al passo con i tempi»

Investimenti e Pmi, un connubio ostacolato dalla farraginosità fiscale italiana e dalle complicazioni normative. Sì, il fisco italiano ha regole così complesse che nemmeno i più sofisticati sistemi di gestione contabile, come Sap, riescono a venirne a capo e vanno in molte occasioni riprogrammati. Nei casi estremi, poi, dove anche l'informatica va in tilt, occorre ritornare alla fatturazione manuale. Se aggiungiamo a questo il costo del lavoro, gli oneri finanziari, il costo della burocrazia il quadro si complica fino a scoraggiare qualsiasi volenteroso investitore, italiano oppure estero, dal prendere iniziative.

Non c'è da meravigliarsi, quindi, se per intraprendere e produrre, molte start-up , piccole medie imprese e anche grandi gruppi, prendono la via dell'estero e delocalizzano.

«Lo scenario non è dei più invitanti - spiega Marco Mauri, ad di Dekra Italia, l'azienda tedesca prima organizzazione tecnica a livello europeo nel settore della mobilità, leader in quello delle revisioni periodiche e tra i leader mondiali nei servizi professionali di sicurezza e consulenza per le aree automotive , industriale e terziario avanzato - se aggiungiamo il gap del passaggio generazionale, in aziende a massima vocazione familiare, caratteristica che contraddistingue moltissime realtà italiane, l'assenza di una managerialità moderna, la chiarezza di bilanci e la stabilità di crescita, il quadro si tinge di tinte fosche. Il nostro è un osservatorio privilegiato. Ci muoviamo in un tale ventaglio di settori e abbiamo una capillarità mondiale così articolata, in ogni continente, tanto da avere uno spaccato profondo e chiaro del mondo economico e produttivo, che ci permette, anche grazie alle costanti informazioni intergruppo che abbiamo, di effettuare confronti e comparazioni tra i diversi Paesi e i sistemi amministrativi e fiscali in essere. L'Italia non ne esce bene».

Dekra continua a crescere in Italia dopo la creazione di un'altra linea di business, denominata BU3 Personnel, attiva nei servizi e nella formazione. Qui il gruppo (28mila addetti al mondo) punta a focalizzarsi ulteriormente sullo sviluppo del business e a realizzare significativi risparmi di costi e sinergie. Il progetto prevede, tra l'altro, l'adeguamento dell'organizzazione dell'azienda alle mutate caratteristiche dei mercati.

«Un gruppo come il nostro - continua Mauri - oltre a crescere per le attività industriali lo fa anche attraverso lo strumento acquisitivo. In Italia, dal 1995, quando siamo arrivati dopo la privatizzazione delle revisioni automobilistiche, abbiamo accresciuto il nostro fatturato - nel 2013 di 42 milioni - per oltre la metà, proprio attraverso questo ultimo strumento. Quindi abbiamo un'esperienza notevole nel settore. Ma facciamo sempre più difficoltà a trovare stimoli e opportunità nuove in tal senso, soprattutto quando ci troviamo di fronte a Pmi a forte conduzione familiare, con quadri direzionali all'antica e con bilanci non chiari.

Purtroppo le aziende italiane sono costrette ad arrampicarsi sugli specchi per far fronte alle complicazioni fiscali e burocratiche, con grave danno per l'economia e le possibilità di sviluppo del nostro Paese».

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