Cronache

Maxi incendio a sud di Roma. Timori per diossina e amianto

Maxi incendio a sud di Roma, il day after a Pomezia. Ma non solo. Chiusa la tenuta presidenziale di Castelporziano, miasmi al veleno in tutto il X Municipio, ettari di colture contaminate. Ma per i Comuni di Roma e di Pomezia la situazione sarebbe sotto controllo

Maxi incendio a sud di Roma. Timori per diossina e amianto

Maxi incendio a sud di Roma, il day after a Pomezia. Ma non solo. Chiusa la tenuta presidenziale di Castelporziano, miasmi al veleno in tutto il X Municipio, ettari di colture contaminate. Ma per i Comuni di Roma e di Pomezia la situazione sarebbe sotto controllo. “L’incendio di Pomezia è stato spento, il fumo si sta sposando verso Mostacciano (quartiere a sud della capitale ndr) - dicono al centralino del servizio telefonico Chiama Roma -. Nelle zone entro i 2 chilometri, secondo l’ordinanza, evitare gli spostamenti, comunque nei prossimi giorni lavare bene le verdure”. Mentre gli inquirenti sono a caccia dei responsabili del disastro ambientale, i comitati di quartiere attaccano l’amministrazione pentastellata di Fabio Fucci, sindaco di Pomezia nonché vice sindaco della Città Metropolitana. “Lo avevamo detto - raccontano i residenti del CdQ Castagnetta - Cinque Poderi - quando, come direttivo del comitato, avevamo scritto al Comune di Pomezia e al comandante della polizia municipale denunciando una situazione intollerabile proprio sullo stabilimento Eco X. Segnalavamo un accumulo di immondizia nel piazzale stesso dell’azienda, situazione a cui si aggiungevano cattivi odori”. Eccola la lettera, protocollata il 3 novembre 2016, inviata al primo cittadino pometino: “La società opera da anni - si legge - ma almeno apparentemente mai si era venuta a creare una tale situazione che sta generando qualche allarme tra la popolazione, che teme per la propria salute e per inquinamenti ambientali qualora dovesse insorgere qualche incendio”. Cosa chiedevano mai al sindaco e alle forze di polizia locale? Di fare immediati controlli e di informare tempestivamente la cittadinanza sull’esito delle verifiche. Tutto ciò è stato fatto? Lo dovrà stabilire, a questo punto, la Procura di Frascati che, almeno fino a ieri, ha aperto un fascicolo per incendio colposo o doloso. Proprio quest’ultima ipotesi di reato, secondo indiscrezioni, sembrerebbe la più accreditata anche se si attende il rapporto completo dei Vigili del Fuoco e del Ris, il Reparto investigativo dell’Arma, sul luogo dell’incidente. Dal canto suo il sindaco Fucci smorza le polemiche spiegando che il Comune si è prontamente attivato dopo la segnalazione dei cittadini. La sezione Polizia Ambientale della polizia locale, dunque, avrebbe inviato nel dicembre scorso una richiesta di sopralluogo sia al Noe, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, che alla Asl Roma 6 per verificare quanto denunciato dal Comitato di Quartiere. Cosa sarebbe emerso dai sopralluoghi? Top secret. Non solo. Lo stesso Fucci, in un comunicato, dice che: “I vigili del fuoco, che hanno lavorato tutta la notte, sono ancora sul luogo dell’incendio che è praticamente domato - dichiara -, la situazione è sotto controllo”. Strano, dato che gli stessi vigili del fuoco spiegano che le fiamme saranno definitivamente spente non prima di domenica sera, se non nella giornata di lunedì. Insomma, un incendio tutt’altro che risolto. Da questa mattina, intanto, si affaccia l’inquietante dubbio che, oltre alla plastica, sia andato in fiamme amianto. Ma com’è possibile che un’azienda certificata Asl abbia ancora parti strutturali di questo materiale vietato da anni? Soprattutto com’è possibile che la presenza di eternit non sia balzata agli occhi degli esperti dell’Arma e della Asl? Domande che decine di migliaia di residenti si pongono sui social e alle quali, sicuramente, qualche responsabile, sia dell’azienda di stoccaggio e lavorazione rifiuti, che degli enti preposti al controllo, dovrà rispondere. Dall’Arpa Lazio, intanto, le prime rassicurazioni che contrastano con le dichiarazioni fatte il giorno prima. Venerdì l’Agenzia Regionale per l’Ambiente dichiarava: “I nostri tecnici stanno misurando la qualità dell’aria sulle 24 ore di oggi, di domani e di domenica. I risultati dovrebbero arrivare, quindi, entro lunedì”.

Ma già oggi, inspiegabilmente, sembrerebbe tutto a posto. “In riferimento all’incendio sviluppatosi nella mattinata del 5 maggio 2017 - scrive il direttore della Sezione Provinciale di Roma dell’Arpa Lazio, Sergio Ceradini - presso l’impianto di trattamento rifiuti della Eco X sito nel comune di Pomezia, via Pontina Vecchia Km. 33,381, si comunica che durante le operazioni di validazione dei dati della rete di monitoraggio della qualità dell’aria sono state analizzate con particolare attenzione le concentrazioni misurate presso le stazioni Ciampino, Cinecittà, Fermi, più prossime al sito interessato all’incendio anche in considerazione della direzione dei venti prevalenti nella giornata. Oltre a queste stazioni sono stati considerati anche i dati rilevati dal mezzo mobile, posizionato nel centro abitato di Albano Laziale. Dall’analisi dei dati non emergono superamenti dei limiti (sic) imposti per la qualità dell’aria ambiente dalla normativa vigente. Sono inoltre stati analizzati i dati di concentrazione media oraria rilevati dalle medesime postazioni di misura. Anche questi ultimi non hanno evidenziato picchi di concentrazione di ossidi di azoto (NOx), di polveri e di benzene. I dati sono in linea con quelli misurati nelle giornate precedenti a quella dell’incendio e coerenti con quelli misurati normalmente in questo periodo dell’anno”. Insomma, come per il maxi incendio del Terminal 3 avvenuto esattamente due anni fa all’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci, niente di preoccupante anche se, mesi dopo, i risultati emersi dall’analisi dell’aria saranno tutt’altro che confortanti. E gli agricoltori della zona insorgono. Vicino l’azienda andata in fiamme, tra la zona Cinque Poderi, la Laurentina e Santa Procula, decine i campi coltivati nonché allevamenti di bovini. “Questo è un periodo importante - spiegano alla Coldiretti - perché ora si taglia il fieno che verrà poi dato al bestiame. Lo potremo utilizzare o saremo costretti a distruggerlo?”.

A rischio, quindi, l’intera catena alimentare, dal fieno alla carne o al latte.

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