Cronache

Il medico di Saronno: "Morti sospette in ospedale? Ho agito per alleviare dolore"

Leonardo Cazzaniga, il medico di Saronno, avrebbe spiegato ai magistrati di aver somministrato determinati trattamenti farmacologici solo per "alleviare le sofferenze"

Il medico di Saronno: "Morti sospette in ospedale? Ho agito per alleviare dolore"

Leonardo Cazzaniga, il medico arrestato martedì scorso per le morti sospette all’ospedale di Saronno, avrebbe spiegato ai magistrati di aver somministrato determinati trattamenti farmacologici solo per "alleviare le sofferenze" e non per uccidere i pazienti. Questa mattina davanti al Gip, Cazzaniga ha respinto l’accusa di omicidio volontario. A quanto si apprende il suo avvocato, Enza Mollica, ha presentato al Gip un’istanza di arresti domiciliari. Il medico ha scelto dunque di rispondere alle domande, a differenza della sua compagna, l’infermiera Laura Taroni, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Intanto i colleghi difendono Cazzaniga: "Lavoro qui da 35 anni e il dottor Cazzaniga altrettanto. Lo conosco benissimo, è un ottimo medico", afferma Giuseppe L., infermiere del pronto soccorso dell'ospedale di Saronno. "Ho fatto molti turni insieme a lui e a Laura - ha aggiunto l'infermiere - ma non mi sono mai accorto di niente". Anche altri colleghi dei due amanti finiti in carcere due giorni fa li difendono. "Cazzaniga era un tipo brusco - spiegano - ma è il tipo di persona che si spera di trovare in pronto soccorso quando si viene ricoverati".

Apprezzamenti vengono anche dal personale della mensa dell'ospedale. "Vedevamo il dottore ogni giorno, quando veniva a mangiare da noi. È sempre stato un po' burbero, ma era stimato. Sarà stato l'incontro con la Taroni a farlo cambiare", dice un responsabile delle cucine a mezza bocca. "Si sa - aggiunge un collega - le donne fanno impazzire gli uomini". L'unico dato certo è che il Pronto Soccorso del piccolo ospedale - quattro padiglioni inclusa la palazzina degli uffici - da tre giorni è semi vuoto". "Ieri notte in lista per essere visitati c'erano solo tre pazienti - fa notare il Dirigente Medico di Ortopedia Marco Renato Pesce - di solito ce ne sono sempre almeno una trentina. Segnale che forse la cittadinanza non si fida e preferisce andare nei paesi vicini". Una calma quasi irreale che si nota anche nell'atrio del presidio medico, pressochè deserto.

"Alle macchinette del caffè di solito c'è tantissima gente - raccontano gli infermieri - oggi invece non c'è una calma quasi irreale".

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